Sabato 11 Ottobre
Chiesa di santa Cristina (Cesena)

h. 14:00

Fonte: Teatro Valdoca →

L'evento termina Domenica 02 Novembre 2014

Il bianco tra le parole

 

Ciò che ci rende umani aprirà con una mostra dedicata a Sabrina Mezzaqui, una mostra in sintonia col nostro tentativo di mettere al centro della città le parole dei savi. Questa artista che da tempo ci è cara, è tormentata, ridestata, rallegrata dalla parola, dal bianco fra le parole, spinta dall’urgenza di toccarle, penetrarle, intagliarle, stare ad ogni modo vicino a queste favolose sillabe, con un’attesa e un fervore che prolungano sino al presente l’atto contemplativo della scrittura. A lei, alla sua arte e alla sua generosità va la nostra gratitudine.

Mariangela Gualtieri 

 

Il bianco tra le parole

4 opere in perline, ritagli di carta stampata, filo...
 

Carpet Crawlers, 1997. Migliaia di perline rosse infilate a mano in un unico filo (lungo circa 850 metri) disposto a spirale sul pavimento, che formano un cerchio di circa 200 cm. di diametro. «Questa è un’opera che andrebbe installata performativamente, girando sempre intorno al cerchio, che cresce lentamente», ha scritto Sabrina Mezzaqui.
 

Che tu sia per me il coltello, 2014 (nella foto). Libro intagliato: David Grossman, Che tu sia per me il coltello, Mondadori, ritagli arrotolati e infilati, colla, filo, dimensioni variabili. «Ho tagliato tutto il bianco tra le righe di questo romanzo, per sottolineare l’intensità, la densità, a volte quasi insopportabile, della scrittura. Ho poi arrotolato le striscioline del bianco tra le righe, ne ho fatto delle perline che ho infilato in una lunga collanina...».
 

Vestiti di bianco, 2014. Lettere in cellulosa, filo, 100 x100 cm. «Si tratta dell’impaginazione in un quadrato bianco di una preghiera jainista sul rispetto di tutte le forme di vita e sulla richiesta di perdono per ogni nostro gesto che nuoce all’esistente (pratikramana)».
 

Il bianco tra le parole, 2014. Ritagli di carta, perline, filo. «Vorrei infilare in un unico filo d’argento, tra perline, le parole che compongono una o alcune poesie di Chandra Livia Candiani. La collana sottilissima, da lontano quasi invisibile, penderebbe dal soffitto fino a terra...».

Sabrina Mezzaqui. Vive e lavora a Marzabotto. La sua opera  è legata a doppio filo alla scrittura; l’artista attraversa simultaneamente linguaggi diversi – arte figurativa e letteratura - dando vita a vere e proprie poesie visive dove parola scritta e immagine si sposano in maniera armonica. Attraverso una processualità disciplinare riflessiva e auto imposta e una pratica minuziosa che alterna costruzione e decostruzione, Sabrina Mezzaqui riesce a rivitalizzare e a concretizzare in immagini e oggetti il sostanziale distacco con le parole. La letteratura è, dunque, l'oggetto privilegiato della sua ricerca artistica, sia come mezzo che come messaggio.