Qa | I quaderni di Arabeschi rappresenta uno spazio in cui approfondire tematiche relative all’ambito di studi della rivista, secondo tre modalità diverse: |atti, |studi, |testi. Nel primo caso, |atti, si pubblicheranno i contributi emersi dai seminari organizzati dalla redazione, frutto della collaborazione e dello scambio delle sedi che sostengono il progetto della rivista. Nel secondo caso, |studi, si accoglieranno studi monografici orientati all’analisi di puntuali case studies coerenti con le linee tematiche della rivista: pur mantenendo al centro l’indagine sulle intermittenze fra verbalità e visualità, il taglio della collana intende aprirsi al versante dei performance studies ed esplorare il sempre crescente innesto di linguaggi dentro il codice della scrittura. Nel terzo caso, |testi, si promuoverà l’edizione o la ristampa di opere inedite o rare, in forma di romanzo, poema o saggio, nelle quali la declinazione dell’interferenza fra verbale e visuale, ma anche il ragionamento teorico su tale interferenza, introduce un elemento di novità e interesse rispetto alle tradizionali categorie di testo.

I volumi, distribuiti sia in formato cartaceo che digitale, promuovono un nuovo concept di ricerca scientifica aperta alle nuove tecnologie e alla multimedialità.

 

► Riccardo Donati

La musica muta delle immagini

Sondaggi critici su poeti d'oggi e arti della visione

Il volume propone un attraversamento di alcune esperienze decisive della poesia italiana degli anni Duemila, indagando il rapporto che intercorre tra scrittura in versi ed esperienze scopiche. Lo studio interdisciplinare di media verbali e media visuali consente al critico di intercettare lo sguardo di autori quali Anedda, Benedetti, Buffoni, Calandrone, Frasca, Inglese, Italiano, Magrelli,Mancinelli, Matteoni, Mazzoni, Pugno, Socci, Targhetta, indagando i modi in cui i poeti d'oggi partecipano al lavoro dell'immagine. Con una nota introduttiva di Daniela Brogi.

 

► Corinne Pontillo

Di luce e di morte

Pier Paolo Pasolini e la fotografia

Il volume accoglie la forma rielaborata della tesi vincitrice del Premio Pier Paolo Pasolini 2014 ed esplora, tra percorsi verbali a ostacoli e pedinamenti visivi, le tracce delle interazioni tra la poetica pasoliniana e la fotografia: un silente, inatteso dialogo lungo trent'anni.

 

► Stefania Rimini

Una vernice di fiction

Gli scrittori e la televisione

Questo quaderno raccoglie gli atti del convegno Una vernice di fiction. Gli scrittori e la televisione (Catania, 3-4 dicembre 2013), dedicato all’analisi delle interferenze e degli scambi fra pratiche letterarie e immaginario televisivo. Nel giro di pochi anni il panorama mediale e degli studi di settore è molto cambiato, la serialità televisiva si è imposta con grande evidenza e così anche le ricerche ad essa collegate. I casi analizzati all'interno del volume, pur occupando una zona a margine rispetto al dibattito sugli ecosistemi narrativi, sollecitano l’attenzione di studiosi e lettori/spettatori perché richiamano con forza il principio di continuità (e di concreta convergenza) fra vecchi e nuovi media. L’alternanza fra contributi critici e testimonianze d’autore offre un quadro mosso dell’industria culturale del nostro paese, fra ricostruzioni del passato recente (il caso Calvino, la consuetudine di molti scrittori a prestare il proprio intuito alla critica televisiva) e tentativi di mappatura del presente (l’ambigua fascinazione di Siti e Moresco per la scatola magica, la tentazione romanzesca di tanti conduttori televisivi, l’impatto crescente del web nella produzione di storie, le trasformazioni del concetto di autore dentro le logiche della complex tv): l’Italia, pur fra tante contraddizioni, sembra aver recepito gli effetti dell’onda transmediale.

 

 

► Maria Rizzarelli

Una terra che è solo visione

La poesia di Pasolini tra cinema e pittura

Dalla mappatura del lessico dell'Usignolo della chiesa cattolica, delle Ceneri di Gramsci e della Religione del mio tempo emerge con evidenza una significativa attenzione da parte del poeta ai fatti visuali, alle loro declinazioni cromatiche e luminose, alle differenti implicazioni con le arti, come la pittura e il cinema. [Continua] Dalla mappatura del lessico dell'Usignolo della chiesa cattolica, delle Ceneri di Gramsci e della Religione del mio tempo emerge con evidenza una significativa attenzione da parte del poeta ai fatti visuali, alle loro declinazioni cromatiche e luminose, alle differenti implicazioni con le arti, come la pittura e il cinema. Le tre raccolte, pubblicate a distanza di pochi anni l’una dall’altra, circoscrivono una stagione della poesia pasoliniana compatta e omogenea, all’interno della quale la riflessione sul sacro si intreccia all’appassionata e inesausta ricerca della «lingua scritta della realtà». Questo studio attraverso un’analisi attenta ai fenomeni lessicali e semantici, alle retoriche ecfrastiche e visuali, come pure alla ricostruzione dell’evoluzione stilistica e ideologica dell’opera di Pasolini, traccia le coordinate della breve ma intensa epoca della ‘poesia della pittura e del cinema’, che anticipa di poco la grande stagione del «cinema di poesia».

 

► Simona Scattina

Carlo Ludovico Ragghianti e i linguaggi della visione

Il pensiero umanistico di Carlo Ludovico Ragghianti si è mosso in svariati ambiti, dalla critica d’arte alla letteratura, dal teatro alla filosofia, fino ad approdare al cinema, territorio nel quale il suo contributo si proietta nel più ampio contesto europeo, in stretta relazione con teorici del calibro di Rudolph Arnheim, Béla Balázs o Sergej M. Ejzenstejn. Precursore della interdisciplinarietà come modello ermeneutico, Ragghianti amava definirsi un «linguista delle arti figurative», scavalcando così i limiti di un sapere specialistico. A trent’anni dalla sua scomparsa, questo volume mira a esplorare le riflessioni del critico nel campo dei linguaggi della visione per riannodare il suo sguardo all’attuale panorama della visual culture.

 

► Antonio Sichera

Corpi e luoghi del mito

Teatro, cinema e fotografia da Atene a Gerusalemme

Il mito è un racconto innestato nelle radici stesse della vita e quindi vocato ad un commercio essenziale con il corpo. Nei mythoi dell'Occidente si tratta del corpo amante o in preda all'odio, amicale o nemico, percorso dal fremito dell'eros o posseduto da una violenza a volte inaudita. Ma si tratta anche del corpo sacrifcato, offerto in atteggiamento di sfida o di oblazione per testimoniare una fedeltà o un amore. La vicenda dei corpi del mito viene percorsa in questo libro per episodi e frammenti, da Antigone a Gesù di Nazareth, da Eschilo a Pasolini, da Atene a Gerusalemme, in quanto luoghi simbolici di due strade e di due disposizioni divergenti e dialoganti insieme, qui filtrate dagli scatti luminosi e appassionati di Giovanni Chiaramonte.