Una terra che è solo visione

La poesia di Pasolini tra cinema e pittura

     

Dalla mappatura del lessico dell'Usignolo della chiesa cattolica, delle Ceneri di Gramsci e della Religione del mio tempo emerge con evidenza una significativa attenzione da parte del poeta ai fatti visuali, alle loro declinazioni cromatiche e luminose, alle differenti implicazioni con le arti, come la pittura e il cinema. [Continua] Dalla mappatura del lessico dell'Usignolo della chiesa cattolica, delle Ceneri di Gramsci e della Religione del mio tempo emerge con evidenza una significativa attenzione da parte del poeta ai fatti visuali, alle loro declinazioni cromatiche e luminose, alle differenti implicazioni con le arti, come la pittura e il cinema. Le tre raccolte, pubblicate a distanza di pochi anni l’una dall’altra, circoscrivono una stagione della poesia pasoliniana compatta e omogenea, all’interno della quale la riflessione sul sacro si intreccia all’appassionata e inesausta ricerca della «lingua scritta della realtà». Questo studio attraverso un’analisi attenta ai fenomeni lessicali e semantici, alle retoriche ecfrastiche e visuali, come pure alla ricostruzione dell’evoluzione stilistica e ideologica dell’opera di Pasolini, traccia le coordinate della breve ma intensa epoca della ‘poesia della pittura e del cinema’, che anticipa di poco la grande stagione del «cinema di poesia».