Introduzione a Un istinto da rabdomante. Elio Vittorini e le arti visive

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Fotografie, frammenti pittorici, successioni cinematografiche: la declinazione plurale dell’immagine si adatta alla poliedrica attitudine alla visualità e ai ricettivi interessi manifestati da Elio Vittorini nel corso della sua intensa attività intellettuale. Lo scrittore siciliano rivela in più occasioni un’attenzione tutt’altro che saltuaria nei confronti dei linguaggi visivi e figurativi, talvolta elaborando personali possibilità di impiego delle immagini e oggettivando le proprie riflessioni in precise opere letterarie o in esperienze giornalistiche ‘d’autore’. La Galleria propone una panoramica ad ampio spettro del rapporto tra Vittorini e i codici visuali e, situando nel corpus dello scrittore un ideale punto di partenza, invita ad un’indagine che spazia dai contributi di matrice teorica e critica ai romanzi illustrati, alle curatele, alle collaborazioni con la stampa periodica, ai lavori editoriali che, a vario titolo, si pongono come specola di un’apertura alle potenzialità espressive delle immagini.

A inaugurare la mostra virtuale è la sezione intitolata L’impurità dello scatto, dedicata alla concezione e all’utilizzo della fotografia da parte di Vittorini; vi rientrano le dibattute forme fototestuali dell’antologia Americana e della settima edizione di Conversazione in Sicilia. La sezione ospita, inoltre, un recupero critico delle dichiarazioni dell’autore intorno allo statuto della fotografia e nuove letture della dimensione diegetica che contamina gli scatti disposti in sequenza, tanto nel campo narrativo, quanto nel settore della pubblicistica, all’interno del quale svetta lo straordinario laboratorio verbo-visivo del Politecnico e l’elaborazione del genere del ‘fotoracconto’ a firma di Luigi Crocenzi.

Il lungo dialogo di Vittorini con la pittura sarà al centro di Un parlar figurato…, in cui sfilano, nell’ambito di una articolata serie di testimonianze, gli scritti sull’arte; i protagonisti dell’interazione tra lo scrittore e l’universo pittorico, primo fra tutti Renato Guttuso; le iniziative editoriali che, sotto la responsabilità di Vittorini, approdano nei primi anni Quaranta alla pubblicazione per Bompiani della collana illustrata Pantheon e della collezione universale Corona, e giungono sulla soglia del decennio successivo fino ai sofisticati Millenni einaudiani.

La medesima impostazione, volta a scandagliare una produzione insieme teorica e creativa, viene seguita anche nella sezione Tra pellicola e volontà poetica, dove è il cinema a guidare e a suggerire il taglio degli approfondimenti, grazie alle suggestive contaminazioni letterarie e alle numerose opportunità ermeneutiche offerte dalle recensioni cinematografiche di Vittorini e dagli adattamenti, che passano, ad esempio, attraverso il tentativo di riscrittura delle Città del mondo in forma sceneggiata o le trasposizioni per le sale dei romanzi dell’autore.

Ad ampliare il ventaglio delle relazioni e delle intersezioni di marca vittoriniana tra i linguaggi contribuisce il penultimo segmento della Galleria con A teatro: abbozzi e riscritture, che accoglie sia i riferimenti relativi al colloquio dello scrittore siciliano con il codice teatrale, sia le rivisitazioni per la scena delle opere di Vittorini. Dall’ampia produzione riscontrabile in seno alla fortuna scenica dei romanzi dell’autore emergono dunque temi, personaggi, ambientazioni afferenti all’immaginario letterario vittoriniano ed elaborati in anni recenti da artisti e registi come i fratelli Napoli, Gianni Salvo, Carmelo Rifici.

Chiude la rassegna la sezione Grafica e vignette politecniche, che estende l’osservazione dei rapporti tra Vittorini e le immagini alla lettura degli aspetti più strettamente legati alla comunicazione visiva e al medium fumettistico, attraverso i casi di studio emersi dall’assetto del layout del Politecnico, frutto di una felice comunione professionale e umana tra Vittorini e Albe Steiner, e dalle ‘strisce’ modernamente accolte tra i fogli dello stesso periodico.

La mappatura che qui si è cercato di delineare non può che rappresentare un campionario di esempi, significativi ma non ancora esaurienti il ricco bagaglio di suggestioni, di spunti critici e di fertili orizzonti interpretativi offerti da uno scrittore che, a partire dalla lettura giovanile e inquieta del Robinson Crusoe e del disegno stampato in copertina, ne trattiene impressa sulla retina la folgorazione visiva restituendola in un lungo percorso di conversazione tra figure e parole.

 

Testi di

Marco A. Bazzocchi, Virna Brigatti, Silvia Cavalli, Lucia Geremia e Anna Steiner, Giuliano Maroccini, Marina Paino, Laura Pernice, Corinne Pontillo, Maria Rizzarelli, Giovanni M. Rossi, Simona Scattina, Chiara Tognolotti, Carmen Van den Bergh, Daniela Vasta.

 

Si ringraziano per la gentile concessione delle immagini Anna Steiner, gli eredi di Alberto Savinio, Masiar Pasquali, Simone Raimondo, Chiara Scattina. Gli autori e la curatrice rimangono in ogni caso a disposizione degli aventi diritto con cui non è stato possibile comunicare.