1.2 Il 1960. Oltre la pittura, oltre lo spettacolo

di ,

     
Categorie



Questa pagina fa parte di:

  • Teatro e arte in Italia 1959-1969. Dieci anni di storia, azioni, immagini →

Il 1960 è un anno particolarmente significativo sul piano pratico e teorico dello sviluppo della sperimentazione e del dialogo tra i diversi ambiti. A luglio Piero Manzoni, in Consumazione dell’arte dinamica, invita il pubblico milanese a collaborare direttamente alla sua personale nella Galleria Azimut, ‘consumando’ le opere; un mese prima a Roma il giovane Jannis Kounellis, nei giorni dell’organizzazione della sua personale l’Alfabeto alla Galleria la Tartaruga, mette in scena le prime performance continue in cui dipinge pareti con grandi lettere di cui vocalizza il suono. Negli stessi mesi alcune interessanti sperimentazioni arrivano in teatro passando attraverso la musica: durante il XXIII Festival della Musica Contemporanea alla Biennale di Venezia si tiene Spettacolo di danza di Merce Cunningham, con musica di John Cage e costumi di Robert Rauschenberg. Intanto Carmelo Bene propone il suo primo Spettacolo concerto Majakovskij accanto a Sylvano Bussotti.

 

Data

Luogo

Artista/gruppo

Azione: titolo spettacolo, mostra, istallazione articolo

 

gennaio

Milano, in Azimuth, II, n.2, snp

Udo Kultermann

‘Una nuova concezione di pittura’

 

gennaio

Milano, in Azimuth, II, n.2, snp

Piero Manzoni

‘Libera Dimensione’

4 gennaio

Milano, Galleria Azimut

Udo Kultermann, Piero Manzoni, Max Piene, Enrico Castellani

Nuova concezione artistica

15 gennaio

Milano, Galleria Pater

Gruppo T

Miriorama 1

16 gennaio

Roma, Galleria Selecta

Francesco Lo Savio

Lo Savio

26 gennaio

Bologna, Teatro la Ribalta

Carmelo Bene, Sylvano Bussotti

Spettacolo concerto di Majakovskij, di/regia Carmelo Bene; musiche Sylvano Bussotti

marzo

Roma, Teatro di Via Gallia

Compagnia Universitaria Latino Metronio

Noi tutti ce ne andremo, di Vittorio Calvino; regia, scene e costumi Carlo Quartucci; musiche Fabrizio Meloni; attori: Carlo Quartucci, René Monti, Maurizio Navarra, Ernesto De Vito, Celeste Benedetti, Gina Greco, Coretta Pasqualotta

 

3 maggio

Milano, Galleria Azimut

Piero Manzoni

Mostra personale

4 giugno

Roma, Galleria la Tartaruga

Jannis Kounellis

L'Alfabeto

 

 

 

Si veda l’approfondimento.

giugno

Venezia, Giudecca

Jean-Jacques Lebel

Happening

 

 

 

 

18 giugno – 16 ottobre

Venezia, XXX Biennale d'Arte

Cesare Brandi, Vincenzo Ciardo, Marcello Mascherini, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Pietro Zampetti, Gian Alberto Dell'Acqua (a cura di)

30. Biennale Internazionale d'Arte - Mostra storica del Futurismo, Trentatré artisti italiani; Fautrier

21 luglio

Milano, Galleria Azimut

Piero Manzoni

Consumazione dell’arte dinamica del pubblico. Divorare l'arte

 

 

Si veda l’approfondimento.

24 settembre

Venezia, Teatro la Fenice, XXIII Festival Internazionale di Musica Contemporanea

John Cage, Robert Rauschenberg, Merce Cunningham (Hand Birds, Music Walk with Dancers, Suite for Two, Variations, Winter Music)

 Spettacolo danza

 

 

 

Si veda l’approfondimento.

novembre-dicembre

Milano, in Almanacco Letterario Bompiani, 1961, XXXVI, dicembre 1960, pp. 267-282

Fabio Mauri, Achille Perilli (a cura di)

‘Morte della pittura?’

 

 

 

Si veda l’approfondimento.

 

Milano

Cesare Vivaldi

Crack. Documenti d'arte moderna. Pietro Cascella, Piero Dorazio, Gino Marotta, Fabio Mauri, Gastone Novelli, Achille Perilli, Mimmo Rotella, Giulio Turcato, Cesare Vivaldi, Edizioni Krachmalnicoff

 

 

Milano

Roland Barthes, Giuseppe Bartolucci (trad. di)

Il grado zero della scrittura, Lerici

 

Approfondimenti

 

 

Roma, Galleria La Tartaruga, 4 giugno 1960. Kounellis (fig.1)

La mostra è la prima personale dell’artista ed è organizzata grazie all’interessamento di Toti Scialoja, insegnante di Kounellis all’Accademia d’arte di Roma, proprio nell’anno in cui la programmazione della Galleria La Tartaruga mostra un interesse maggiore per le giovani ricerche. In questa occasione vengono esposte alcune grandi tele grezze popolate di segni tipografici dipinti di nero. Come mostrano alcune foto d’epoca, e come riferirà l’artista in diverse interviste, alla base di questi lavori c’è il desiderio di andare oltre la pittura attraverso l’azione e il suono. Riferisce Kounellis nel 1972: «Nel 1960 per esempio. Feci una performance senza interruzione, […] in cui stendevo tele non intelate ricoperte di kemtone, una vernice industriale, su tutte le pareti della stanza; e poi ci dipingevo le lettere che cantavo» (Kounellis 2002, p. 143). CSC

 

Milano, Galleria Azimut, 21 luglio 1960. Consumazione dell’arte dinamica del pubblico (fig.2)

«La S.V. è invitata per le ore 19 di giovedì 21 Luglio a visitare e collaborare direttamente alla consumazione delle opere esposte da Piero Manzoni», dietro questo invito il pubblico è accolto da Manzoni presso la galleria Azimut (omonima della rivista fondata in quegli stessi anni) in una mostra-evento. Sul tavolo sono disposte 150 uova sode, sulle quali l’artista ha apposto l’impronta del suo dito pollice. Le opere saranno mangiate in settanta minuti esatti. Con questo evento l’artista si ricollega ironicamente all'eucaristia cristiana innescando una comunione tra artista, opera e pubblico. Quest’ultimo, coerentemente a una messa in questione dei parametri di definizione dell’opera d’arte, non è più solo spettatore ma attore e artefice. CSC

 

Venezia, 24 settembre 1960. Spettacolo di danza con Merce Cunningham, Carolyn Brown, John Cage e David Tudor (fig. 3)

La prima partecipazione di Merce Cunningham alla Biennale di Venezia risale al settembre del 1960, durante il XXIII Festival della Musica Contemporanea, con Spettacolo di danza. In scena, accanto a Cunningham, Carolyn Brown; al pianoforte John Cage e David Tudor, che eseguono fra gli altri brani dello stesso Cage. Robert Rauschenberg disegna i costumi. 

Si ricostituisce qui in gran parte il gruppo di artisti che al Black Mountain College di Asheville nell’estate del 1952 aveva dato vita a una serie di ‘azioni concertate’, nelle quali presero forma molti degli aspetti che di lì a poco caratterizzeranno l’avanguardia artistica degli anni Sessanta: interdisciplinarietà, carattere paritario dei linguaggi coinvolti, presenza di elementi improvvisati pur in una struttura organizzata, messa in discussione della distinzione netta fra luogo dell’esibizione e luogo della fruizione (De Marinis 1987). Risultato di una giustapposizione alogica, casuale, paritaria di poesia, pittura, danza e musica, quell’evento sarà presto riconosciuto da Kirby come il momento fondativo di un nuovo corso della ricerca artistica, che esploderà poi di lì a poco e prenderà il nome di happening (Kirby 1965).

Nonostante i nomi coinvolti, l’arrivo di Cunningham alla Biennale nel 1960 è quasi casuale (l’invito passa attraverso David Tudor). Le reazioni della stampa sono tiepide. Il successo internazionale arriverà solo qualche anno più tardi. DO

 

Novembre 1960. Almanacco Letterario Bompiani 1961. Inchiesta: Morte della pittura? (Fig. 4)

Achille Perilli e Fabio Mauri, nell’inchiesta Morte della pittura? (1961), pongono ad artisti, critici, architetti, designer, musicisti e scrittori il seguente quesito: «Negli ultimi dieci anni la pittura ha subito delle modifiche sostanziali. Questa modificazione porta, secondo lei, alla morte della pittura o a una nuova forma di linguaggio?». Le risposte sono ordinate secondo alfabeto: da Carla Accardi, pittrice, a Elémire Zolla, scrittore. A partecipare sono in molti (cinquanta) e le opinioni registrano tutte il cambiamento dei linguaggi, affermando la vitalità dell’arte al di là di ogni categoria. Bruno Munari afferma: «La pittura potrà forse restare come hobby, allo stesso modo che un musicista elettronico può divertirsi a suonare Bach col mandolino. La pittura può anche sparire purché resti l’arte.» (Mauri, Perilli 1961, p. 277). E Mimmo Rotella – dichiarando l’impossibilità di una frattura irrimediabile tra arte figurativa e astratta: «Bisognerà attendere l’arrivo dei venusiani che non è imminente, […]. Per il resto ognuno cerca la sua verità, esteticamente parlando. […] La mia verità, per ora, è scritta sui muri delle città […]. Forse la capiranno i venusiani. In caso contrario, ricominceremo da capo» (Ivi, p. 278). A supportare le risposte intervengono anche le immagini: l’inchiesta è infatti illustrata. In copertina compaiono opere di Capogrossi e Fontana, e nelle pagine, tra gli interventi – corredo, ma anche replica al quesito sulla morte dell’arte – lavori di artisti noti e meno noti, italiani e stranieri. L’intera inchiesta attesta l’esistenza di un’arte viva e tendenzialmente astratta, impegnata nella comprensione e restituzione della realtà, attraverso opere sempre meno legate ai confini dettati dalla pittura o dalla scultura, e invece proiettate verso l’oggetto, lo spazio e l’esperienza. CSC

 

1960. Crack. Documenti d'arte moderna (fig. 5)

I maggiori protagonisti di quella che sarà la stagione romana della cosiddetta ‘nuova figurazione’ o ‘pop italiana’ – che si configurerà più precisamente a partire dal 1963-1964 – sono riuniti da Cesare Vivaldi in un volume (1960) in cui lui e gli artisti testimoniano una personalissima visione della realtà e dell’arte e del rapporto tra le due, anticipando temi delle esperienze neodadaiste e pop. «Siamo in nove, ma forse altri amici ci raggiungeranno. Siamo uniti perché oggi non possiamo esserlo e perché in passato abbiamo saputo anche odiarci. Siamo eguali e diversi» scrivono (Vivaldi 1960, p. 9). Del tutto immersi nel panorama romano del boom economico e in una realtà italiana ancora in bilico tra tradizione e modernità, le loro parole e le loro immagini testimoniano il gusto per il pastiche oggettuale e linguistico che nasce da un amore per il mondo «e tutto quanto esso contiene» libero da «inquadramenti collettivistici» e proiettato in un futuro identificato simbolicamente nell’abbandono del pianeta terra e nella conquista di nuovi universi. «Sparita la luce bianca della terra facciamo rotta, nel nero più nero, verso un nero più nero di tutte le notti. Lo spettacolo è terminato. Un nuovo spettacolo va ad incominciare attraverso la parola: Fine» (Ivi, p. 17). CSC

 

Bibliografia

 

M. De Marinis, Il Nuovo Teatro 1947-1970, Milano, Bompiani, 1987.

J. Kounellis, Eco nell’oscurità. Scritti e interviste 1966-2002, Londra, Trolley, 2002, pp. 140-151.

M. Kirby, Happenings. An Illustrated Anthology, New York, E. P. Dutton & Co. Inc., 1965.

F. Mauri, A. Perilli (a cura di), ‘Inchiesta: Morte della pittura?’ in Almanacco Letterario Bompiani 1961, dicembre 1960, pp. 267-284.

C. Vivaldi (a cura di), Crack. Documenti d'arte moderna, con la partecipazione di P. Cascella, P. Dorazio, G. Marotta, F. Mauri, G. Novelli, A. Perilli, M. Rotella, G. Turcato, Milano, Edizioni Krachmalnicoff, 1960.