Cattivik è un personaggio a fumetti creato, nel 1965, da Bonvi (Franco Bonvicini, Parma 1941 – Bologna 1955, inventore delle Sturmtruppen e di Nick Carter) ed è stato portato al successo da Silver (Guido Silvestri, Modena 1952), creatore di un altro popolarissimo fumetto, Lupo Alberto. Silver, già collaboratore di Bonvi, ha poi preso in mano le redini del personaggio nel 1972. Cattivik, com’è noto, è un ladro maldestro che vive nelle fogne, dalle quali esce di notte per le sue scorribande e malefatte, ha l’aspetto di una macchia d’inchiostro a forma di pera (di melanzana o di castagna: a seconda dei disegnatori che si sono cimentati con il personaggio), da cui fuoriescono due braccine e due piedoni. Indossa una calzamaglia nera e sfodera una risata sghignazzante. Il personaggio è una versione parodistica e grottesca degli eroi neri del fumetto italiano, a cominciare da Diabolik, Kriminal, Satanik: tutti, o quasi, abbigliati con tute e calzamaglie, e caratterizzati dalla K in finale di nome. È un grottesco genio del male il cui motto è «Brivido, Terrore, Raccapriccio»; architetta progetti criminosi ma, fantozzianamente, finisce puntualmente nei guai. Le sue avventure sono una raffica di gag, fughe, cascatoni e sfracelli che fanno il verso alla tradizione slapstick delle comiche del cinema muto e a quella dei cartoon. Altra caratteristica distintiva di Cattivik è il modo di parlare, con le parole troncate dell’ultima lettera. Le storie di Cattivik sono state pubblicate presso vari editori, in varie forme e formati fino al 2005: ai testi autori come Casty (Andrea Castellan), Mirco Maselli, Piero Lusso, Moreno Burattini, e ai disegni, tra gli altri, Massimo Bonfatti, Giorgio Sommacal, Cesare Buffagni. Dal fumetto è stata tratta una serie di cartoon per la tv andata in onda originariamente su Italia1, tra il 2008 e 2009.
La «divina» (anzi diabolica) commedia di Cattivik è composta da tre storie intitolate Un’avventura infernale (Cattivik, n. 32, 1992), Cattivik in Purgatorio (Cattivik, n. 40, 1993) e Cattivik in Paradiso (Cattivik, n. 54, 1994), tutte firmate da Moreno Burattini e Giorgio Sommacal. Gli albi originari hanno il formato di cm 21,5 x 15 e le singole storie sono composte da 24 tavole (2 strisce sovrapposte per ciascuna tavola, tranne la prima, l’ultima e qualche eccezione). In tutte e tre le «cantiche» l’incipit è simile a quello delle altre avventure di Cattivik: una grande unica vignetta che ingloba il titolo. In questa trilogia, in particolare, il disegno è sempre lo stesso e mostra una veduta dall’alto dei tetti di una città. La didascalia introduce all’ambiente e alla storia con frasi a effetto usando uno stile simile a quello dei feuilleton e della letteratura di genere. Ma già alla seconda tavola appare in scena il protagonista, sbucando a sorpresa da un tombino o da un cespuglio.
In Un’avventura infernale Cattivik s’imbatte in un vecchietto (Dante) che, smarrito, «nella selva oscura» (il parco di un ospizio) cerca ispirazione per le sue poesie (fig. 1). E proprio quei versi, sonoramente declamati a ogni ora del giorno e della notte, provocano l’ira dei residenti e sono la causa della sua cacciata/esilio. Da qui la fuga di Dante e Cattivik, inseguiti da tre cani (le tre fiere) e la successiva caduta nel pozzo che li fa precipitare all’inferno (fig. 2). Il viaggio nei gironi e tra i dannati si conclude, dopo varie peripezie, con il ritorno «a riveder le stelle» di Cattivik, eruttato dal cratere dell’Etna. «Non temete! – recita la classica didascalia finale che rinvia alla prossima avventura – Al calare delle nuove tenebre il nero genio del male colpirà ancora! Cattivik ne sa una più del diavolo!».
La parodia è a tutto campo e fa il verso (è il caso di dirlo) alle terzine dantesche declinate in versione comica. Tra le tante questa: «Quivi sospiri e alti guai / risuonan nell’aere senza stelle / così che sembra essere in tranvai», ripresa dalla madre di tutte le parodie dantesche a fumetti, ovvero L’Inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto. Abbondano le ironiche citazioni e allusioni allo stesso mondo del fumetto: tra i dannati finiscono, infatti, Stanislao Moulinsky (l’antagonista di Nick Carter, altra creatura di Bonvi), la celebre e disneyana Banda Bassotti e il malefico terzetto dei Fratelli Dalton (acerrimi nemici dell’eroe western a fumetti Lucky Luke; fig. 3). Ma Cattivik si concede – come sempre – sberleffi contro la società di oggi, (il «lasciate ogni speranza voi ch’entrate» allude all’inferno degli ospedali italiani; fig. 4), i miti pubblicitari (Caronte viene definito Capitan Findus) e i successi cinematografici (la fuga finale di Cattivik sul vagoncino di una miniera cita esplicitamente il film Indiana Jones e il tempio maledetto). A cucire il tutto le scoppiettanti gag e un’implacabile sfilza di giochi di parole e calembour: «come scafo fai schifo», «il lestofante è davvero lesto», «dall’oltretomba all’oltretombin».
In purgatorio Cattivik finisce invece dopo un periglioso viaggio per mare a bordo della barca di Ulisse, che non è l’eroe omerico cantato da Dante nel XXVI dell’Inferno, ma un più prosaico navigatore solitario dal nome Ulisse Nobody (ovvero Nessuno, come si appellerà Ulisse per sfuggire a Polifemo). Naufragati sull’isola che ha la forma di una montagna a spirale (secondo la classica iconografia biblico-dantesca; fig. 5), i due iniziano la loro scalata verso la vetta dove ha sede il Giardino dell’Eden. L’escatologia dantesca tramuta in scatologia cattiveska e le cornici del purgatorio sono fitte di porte («la montagna con delle porte tante... una montagn’ importante!», chiosa Cattivik) di servizi igienici dove i vizi, più o meno capitali, vengono scontati a base di purganti. Anche qui abbondano i giochi di parole e gli sfottò irriverenti, per cui un Catone dispensatore di olio di ricino diventa Cacone.
Non poteva non finire in paradiso la ‘Commedia’ di Cattivik. Dopo un’ascensione in mongolfiera, il Nostro impatta bruscamente in una nuvola dove ha sede il regno dei beati. Accolto da san Pietro, qui con le fattezze del cantautore Antonello Venditti (suo il disco dal titolo Benvenuti in Paradiso; fig. 6), Cattivik tenta di rubare le aureole dei santi (scambiate per enormi fedi nuziali). Poi finisce a dirigere l’Orchestra degli Angeli, apprezzato da Dio stesso per la svolta rock che ha impresso al celestiale e soporifero complesso musicale. C’è spazio anche per l’equivoco con la Madonna (fig. 7), confusa con l’omonima cantante, e per la finale e precipitosa fuga (con Cattivik che ruba la tunica di San Pietro e la usa come paracadute), perché il richiamo della fogna è più allettante della prospettiva di una noiosa beatitudine. «Il Paradis’ può attendere» – sentenzia il nostro eroe che «non temete... tornerà a colpire più malvagio che mai, perché Dio perdona, Cattivik no!» (fig. 8).
Edizioni di riferimento
Moreno Burattini, Giorgio Sommacal, Cattivik, n. 32, Un’avventura infernale, Milano, Edizioni Macchia Nera, 1992.
Moreno Burattini, Giorgio Sommacal, Cattivik, n. 40, Cattivik in Purgatorio, Milano, Edizioni Macchia Nera, 1993.
Moreno Burattini, Giorgio Sommacal, Cattivik, n. 54, Cattivik in Paradiso, Milano, Edizioni Macchia Nera, 1994.
Bibliografia
A.M. Cotugno, Il viaggio ultraterreno di Cattivik, in Dante a fumetti, Foggia, Edizioni del Rosone, 2009, pp. 83-86.
P. Guiducci, Morire dal ridere, in P. Guiducci, L. Cantarelli (a cura di), Nel mezzo del cammin di una vignetta, Dante a fumetti. Il sommo poeta e la “Divina Commedia” nelle nuvole parlanti di tutto il mondo, Ravenna, 2015, pp. 30-31.
Su Cattivik e i suoi autori è utile la visione della puntata in due parti dedicatagli dal programma Fumettology, trasmesso da Rai Cinque e disponibile in streaming sul portale www.rai5.rai.it/articoli/fumettology-cattivik.