2.4. Dante e Marcello: storia di un classico

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Marcello [Toninelli], Dante. La Divina Commedia a fumetti, Brescia, Shockdom, 2015, colori di Jacopo Toninelli

 

Quando, il 10 novembre 1969, uscì in edicola l’undicesimo numero di «Off-Side», l’intera metà destra della copertina era occupata dalla sagoma dubbiosa e nasona di un «imprevedibile Divino Poeta», il cui baloon recitava: «Fatti non foste a legger comics bruti, ma per seguir storielle di valenza!». Fu la prima apparizione assoluta del Dante di Marcello Toninelli. «Off-Side» era nata pochi mesi prima (maggio 1969), ed ebbe una vita di soli due anni: ma tra le sue pagine formato tabloid furono pubblicate, tra le altre, l’Astronave pirata di Guido Crepax e le strisce degli Sturmtruppen di Bonvi. Il primo Dante di ‘Marcello’ (come sempre si è fatto e si fa chiamare l’autore, all’epoca diciottenne) presentava un tratto rigido e abbozzato, ma il suo formato era già quello definitivo: strip di due-tre vignette chiusa nel finale da una battuta fulminante (fig. 1). I paesaggi erano allora pressoché inesistenti, la scelta del bianco e nero faceva eccezione solo per la tunica del protagonista, che si uniformava alla bicromia (sempre diversa) che caratterizzava ogni fascicolo della rivista. Dopo la cessazione di «Off-Side», Toninelli ci riprovò: nel 1972 alcune strisce della sua Commedia apparvero su «Undercomics», rivista che tuttavia non ebbe miglior destino: il numero su cui uscì il Dante rimase l’unico mai pubblicato.

Negli anni successivi, Toninelli lavorò ad una evoluzione del tratto, della composizione e dello stile del suo personaggio: il risultato finale – ligne claire, striscia più alta, paesaggi definiti – comparve per la prima volta su «Fox-trot» nel 1985-86, per poi diventare ospite fisso, dal 1989, tra le pagine di «Fumo di China». Fu però don Tommaso Mastrandrea, direttore del settimanale cattolico per ragazzi «Il Giornalino» (edizioni San Paolo), ad aprire il Dante di Marcello Toninelli al grande pubblico, facendolo diventare una lettura ludico-didattica per almeno una generazione. Mastrandrea chiese e ottenne la trasposizione a fumetti anche del Purgatorio e del Paradiso: le tre cantiche vennero regolarmente pubblicate nel «Giornalino» dal 1994 al 1998.

Se il personaggio-Dante esisteva già dal finire degli anni Sessanta, peregrinando – alla stregua del suo doppio letterario – di rivista in rivista, la committenza paolina sancì molte novità grafiche e narrative, e per buona parte modellò la trasposizione dell’intero poema così come oggi la leggiamo. Innanzitutto, le strisce acquisirono per la prima volta il colore (fig. 2). Le anime dell’inferno furono ‘vestite’ per volere dell’editore (i nudi sono stati invece ripristinati nelle versioni a stampa). I personaggi infernali, fin dall’inizio, si prestavano a un’intonazione comica da slapstick comedy, a sua volta resa al meglio dalla narrazione a strip. Viceversa, la trasposizione del Purgatorio e del Paradiso comportò una sensibile variazione di entrambe le componenti. Il pubblico al quale si rivolgeva aveva un’età compresa tra gli otto e i tredici anni; era necessario mescolare alla comicità una forte vena didattica che, soprattutto nel Paradiso, consentisse ai giovani lettori di comprendere vicende storiche e concetti teologici. A differenza dell’antecedente fumettistico più illustre, L’inferno di Topolino di Guido Martina (1949-1950), Toninelli decise di trasporre ogni canto, oltretutto senza l’ausilio di versi o didascalie, affidandosi unicamente ai dialoghi. Ciò creò un’ulteriore contrainte: mentre certi personaggi dell’Inferno, data la loro fama, potevano essere semplicemente evocati, e anzi proprio sulla loro leggenda si costruiva facilmente il gioco comico (fig. 3), per il Purgatorio e per il Paradiso l’andamento didascalico non poteva mai essere davvero abbandonato. Di conseguenza, Toninelli lasciò l’organizzazione in strisce in favore delle più ampie ‘tavole della domenica’ (fig. 4). A sostenere il versante comico, Toninelli fece intervenire i riferimenti alla cultura pubblicitaria e televisiva del passato e del presente. Già l’Inferno e il Purgatorio erano ricchi di apparizioni di questo tipo: i cammei di Yoghi e Bubu, Sailor Moon, Ghostbusters, Gatto Silvestro, Bibendum (l’‘omino Michelin’), e persino Berlusconi (‘l’Arcorìde Silvio’, fig. 5). Con il Paradiso, tuttavia, Marcello scelse di assorbire questa componente addirittura all’interno della struttura: nella terza cantica, tutto è fondato sull’intrattenimento. I santi conducono varietà, presentano messaggi pubblicitari, dibattono nei talk show; Cacciaguida recita le sue previsioni come fossero quelle meteorologiche. Beatrice del resto ha le fattezze di una soubrette – il duo comico con Dante funziona molto meno di quello con Virgilio; la rivista ufficiale del Paradiso si chiama «Quassù sorrisi e canzoni» e costituisce il montepremi messo in palio da san Tommaso, un Mike Bongiorno con le fattezze di John Lennon che sottopone Dante a quiz scolastici e di scolastica (fig. 6). Siamo lontani dal Capaneo che, come una sorta di ‘Beep Beep versus Willy il Coyote’, sfidava Dio a colpirlo con i suoi fulmini, i quali però raggiungevano sistematicamente il Poeta Vate con somma soddisfazione dell’eroe di Tebe (figg. 7-8). Capaneo è un vero personaggio comico, con una caratterizzazione ben precisa da cui scaturisce la scintilla umoristica, che contrasta con l’ingenuità di Dante e gli intenti pedagogici di Vigilio; nel caso di Tommaso, non ci sono agganci parodici con il personaggio di partenza della Commedia, tutta la forza comica è concentrata nelle fisionomie dei santi, e la freddura finale è costruita su un debole gioco di parole («Nato a Cartagine, vescovo di Siviglia e valente enciclopedista… chi è?» «Lo so! …Treccani?»).

Nel complesso, La Divina Commedia a fumetti così come si presenta oggi al lettore (in una freschissima edizione Shockdom che comprende anche La vita di Dante a fumetti, per un totale di 232 tavole, più un indice illustrato e commentato dei personaggi principali e tre saggi introduttivi rispettivamente di Sergio Rossi, Trifone Gargano e don Tommaso Mastrandrea) è una trasposizione solo apparentemente omogenea. Avendo attraversato più di quarant’anni e almeno cinque riviste, è il risultato di un percorso stratificato; con una costante: il suo protagonista, iconico Dante nasone perennemente sbigottito che per ben cinque canti dell’Inferno si tramuta in donna formosa, che viene pietrificato e diventa lupo mannaro, che ‘ci sa fare’ con le anime molto più di Virgilio, si è guadagnato un posto – lui, più che il racconto delle sue avventure – nella cultura popolare italiana degli ultimi decenni.

 

Bibliografia

D. Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti. Nuova edizione, Roma, Carocci, 2014.

A. Brambilla, Fare commedia della Commedia. Il Dante umoristico di Marcello Toninelli, Fumettologica, 23 dicembre 2015, <http://www.fumettologica.it/2015/12/dante-toninelli-recensione> [accessed 7 January 2016].

A. Brambilla, Off-Side, il giornale “fuorigioco”, Fumettologica, 22 settembre 2014, <http://www.fumettologica.it/2014/09/off-side/> [accessed 7 January 2016].

A.M. Cotugno, Dante a fumetti, Foggia, Edizioni del Rosone, 2009.

P. Guiducci, Il mio Dante a fumetti. La Commedia con ironia, incontro con l’autore Marcello Toninelli, L’avvenire, 4 agosto 2015.

P. Guiducci, L. Cantarelli (a cura di), Nel mezzo del cammin di una vignetta. Dante a Fumetti: il Sommo Poeta e la “Divina Commedia” nelle nuvole parlanti di tutto il mondo, Rimini-Ravenna, Cartoon Club, 2004.

G. Martina, A. Bioletto, L’inferno di Topolino [1949-50], Milano, Walt Disney Company, 1992.