6.8. «È un'opera dedicata a tutte le femmine insolenti»

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Quando nell’estate del 2017 appresi che l’artista Chiara Fumai era morta nella notte del 16 agosto negli spazi nella Galleria Doppelgaengera di Bari, ne rimasi tristemente colpita. Si disse che si era tolta la vita. Questo mi sconvolse, e tuttora mi addolora ricordarlo, perché era una giovane donna (aveva solo 39 anni), dalla carriera artistica promettente che avrebbe potuto dare ancora tanto. Ma soprattutto vivere ancora tanto. E, molto probabilmente, dalla vita avrebbe potuto elaborare riflessioni artistiche che avrebbero aiutato tutti noi a non restare nell’ovvio, nel superficiale e tanto meno nella banalità del reale. Le sue opere infatti erano uno sguardo, se non un’immersione, nello sconcertante, nella spiritualità, nel passato. Riportava al presente personaggi, soprattutto femminili, che avevano creato disturbo al quieto vivere della comunità o messo in discussione il pensiero dominante. Con il suo corpo e con le sue performance, Fumai incarnava figure che erano state del margine, della contestazione, scomode, dimenticate volutamente,e ridava loro vita. Si sentiva uno strumento, forse. Un’entità venuta al mondo per ricordare storie e personaggi troppo repentinamente dimenticati o trascurati. Come quando si fece alter ego della scrittrice attivista americana Valerie Solanas.Già ricordata nel 2011 con la mostra che si tenne presso la galleria Murat Centoventiduedi Bari Valerie Solanas non è nata ieri / Valerie Solanas wasn’t born yesterday, tornò ad omaggiarla nel 2013 in occasione dellaIX edizione del Premio Furla con il video Chiara Fumai legge Valerie Solanas [fig. 1] che le valse la vittoria, insieme alla performanceI Did Not Say or Mean ‘Warning’ (realizzata allaFondazione Querini Stampalia di Venezia). Ed è da questo video che parte e si chiude la mia riflessione sul rapporto tra Chiara Fumai e Valerie Solanas.

 

1. Valerie Solanas

Nella videoinstallazione Chiara Fumai legge Valerie Solanas [fig. 2], Fumai rilegge SCUM Manifesto, il testo che Solanas scrisse nel 1967, riportando le parole forti e controcorrente della scrittrice all’attenzione distratta degli uomini e delle donne degli anni 2000. In SCUM Manifesto Solanas [fig. 3] attacca il patriarcato radicale, sostenendo la necessità di una rivoluzione sociale che abbia l’obiettivo di «distruggere il sesso maschile». Nell’incipit il suo intento è chiaro e dichiarato. Ne segue una descrizione impietosa del maschio, come egocentrico, prigioniero di sé stesso, incapace di amore, di amicizia, di affetto, di tenerezza e di relazioni con chiunque, che «ha reso il mondo un mucchio di merda», in quanto responsabile dell’organizzazione della nostra società basata sulla guerra, il denaro, il lavoro, il matrimonio, la paternità, il conformismo, la ‘Grande Arte’ e la ‘Cultura’, oltre che l’autorità e il governo. Un luogo dove «nulla, assolutamente nulla riguarda le donne. Dunque, a tutte le donne che non hanno né paura delle responsabilità né delle emozioni sconvolgenti non resta che rovesciare il governo».

La potenza innovatrice del testo è nell’aver dato legittimità all’odio femminile verso il proprio oppressore; la rabbia di Solanas «espressa pubblicamente servì da catalizzatore per la rabbia repressa di tante donne alla fine degli anni Sessanta: per la prima volta produsse quel discorso apertamente antagonista per la liberazione delle donne, poi messo a tacere in favore del discorso rispettabile dei diritti e della parità» (Arcara 2017) e segnò un punto di svolta nella storia del femminismo (anche se lei non aderì mai ad un gruppo militante).

L’altro grande elemento di forza di SCUM Manifesto è nella scrittura di Solanas che, irriverente, estrema, a tratti tragicomica e a tratti volgare, scredita il patriarcato con le armi dell’umorismo e del sarcasmo, ripudiando ogni posizione di vittimismo. Non solo,«con il suo uso strategico del linguaggio scurrile, di metafore inaspettate, di liste surreali e di uno stile profetico e visionario, Solanas si appropria in maniera terroristica del genere letterario del manifesto delle avanguardie» (Arcara 2017) e pone le basi per una vera rivoluzione sociopolitica. E inoltre, ribalta la visione del mondo con un’operazione nuova per l’epoca che consiste nell’appropriarsi della logica misogina del patriarcato, polarizzandole posizioni e invertendone i valori, con il risultato di denigrare la figura del maschio senza grandi argomentazioni o giustificazioni, augurandosene l’estinzione. Un’operazione che solo una ‘superfemmista’ come lei (come lei stessa si definì) poteva produrre e sostenere, anche con la coerenza del suo stile di vita, fatto di scrittura ossessiva, di espedienti e di vagabondaggio. Sicuramente un’artista d’avanguardia, libera e fuori norma, la cui scrittura era frutto di viscere, rabbia e ribellione (SCUM sta per fogna, merda, dal basso) che, rifuggendo dalle etichette, venne relegata dal femminismo del politicamente corretto e dai Women’s studies degli anni Settanta e Ottanta.

 

2. Chiara Fumai

È stato proprio il carattere underground di Valerie Solanas, emarginata dal sistema perché non controllabile, a conquistare Chiara Fumai. Nel suo video Chiara Fumai legge Valerie Solanas, l’artista la riporta all’attualità con tutta la sua potenza disturbatrice per denunciare la disparitàtra i sessi ancora oggi esistente. In un’intervista Fumai dichiara di dedicare la sua opera a «tutte le femmine insolenti», che incarna spiritualmente nella sua videoistallazione con spavalda eleganza.In un reading performativo, vestita di un abito abbottonato al collo, legge le parole taglienti di Solanas seduta ad un tavolo davanti a una telecamera fissa. Pochi libri intorno a lei, mentre alle sue spalle padroneggia la scritta ‘A male artist is a contradiction in term’: è il maschilismo nel mondo dell’arte che vuole colpire Chiara Fumai, recuperando il testo incomodo di Solanas.È con queste parole che, infatti, la giuria del Premio Furla motiva la sua vittoria: «la scelta di temi di stretta attualità, al centro sia della riflessione artistica contemporanea che della società del nostro tempo, come il femminismo, il discorso performativo e l’attivismo. Il lavoro di ricerca e la convinzione profonda con cui affronta queste tematiche, trovando le proprie radici nel primo femminismo e nella performance concettuale, ma al tempo stesso reinventandole in una prospettiva di continuità. È la capacità di stabilire una dialettica del confronto che ha portato la giuria a premiare questa artista».Il lavoro di Chiara Fumai dedicato all’attivista Valerie Solanas si mostra quindi, e viene riconosciuto, come un esempio dell’intreccio che va a creare un’unica tela tra la militanza femminista e le pratiche artistico-sperimentali in ambito italiano e internazionale. In un costante rievocare, ricordare, omaggiare, sono molte le artiste delle ultime generazioni che, attraverso video e performance, ripropongono il lavoro di femministe attive negli anni Sessanta e Settanta. Cambia il linguaggio, si rielabora l’approccio, si ridisegna la forma, ma il contenuto resta intatto. A dimostrazione di come scritture e azioni femministe del passato siano pietre miliari, anche per il femminismo contemporaneo.

 

 

3. Chiara Fumai legge Valerie Solanas

Nella rilettura di estratti di SCUM Manifesto in Chiara Fumai legge Valerie Solanas, la scrittrice viene evocata tramite il corpo, la voce e l’interpretazione dell’artista che, con piglio e convinzione, rivendica i contenuti del manifesto, andando a creare scompiglio e disturbo in chi la guarda. Si riattualizzano i temi della critica al maschilismo e al suo sistema di valori sociali, rivendicati nel 2013 in chiave performativa con le parole del 1967.

Artista famosa per le sue pratiche performative e le sue complesse iconografie (che rappresentavano mondi ideologici, legati al femminismo radicale, alla scrittura letteraria, alla filosofia, allo spiritismo, ma anche alla contemporaneità), nella scelta della videoinstallazione Fumai fa un’operazione di ‘cristallizzazione’attraverso l’immagine di un pensiero scritto.

Nell’epoca del web sceglie l’infinito come metro di replicabilità del tempo e della dimensione del pubblico. Il video si presenta come una sorta di testamento politico che non può più essere visivamente dimenticato. Lo fa, probabilmente, per ridare dignità alla figura e alla scrittura bistrattata di Valerie Solanas, dandole il riscatto che le mancava. SCUM Manifesto aveva avuto, infatti, una lunga storia: nel 1967 una prima pubblicazione in proprio,nel 1968 pubblicato dalla casa editrice Olympia Press di New York con tagli e manipolazioni, mentre Solanas era in carcere per l’attentato a Andy Warhol, nel 1977 ripubblicato di nuovo in proprio (le erano tornati i diritti), in una edizione corretta, originale e integrale. I libri scomodi hanno sempre avuto vite difficili e un video che ne fissa le parole è un atto di riconoscimento del loro valore.

Fumai sceglie il video anche per replicare l’operazione sarcastica di Solanas di manipolazione del genere letterario del manifesto. Ma fa di più. Lo rende visivo e se ne fa portatrice fisica, mettendo in scena una sorta di teatrino che sembra ricordare quelli dei totalitarismi che, molto bene nella storia, hanno saputo utilizzare i mezzi di comunicazione, i manifesti e in generale le parole. Nel suo reading performativo, infatti, Fumai fa un vero discorso politico che comunica al mondo il suo ridisegno della società.

E inconsapevolmente, o inconsciamente, scegliendo il video,Chiara fa anche un altro atto: nell’intento artistico di affermare l’immortalità di Valerie Solanas, mettendo a disposizione il suo corpo e la sua voce, rende immortale anche sé stessa, che troppo presto ha abbandonato questa terra e ha lasciato noi orfani del suo talento di andare oltre il visibile e lo scontato.

Nei pixel del video Chiara si rende ‘senza tempo’ insieme a Valerie.

Un passaggio di memoria, che avanza di parole in video, accomunato dalla pratica femminista.

 

 

Bibliografia

S. Arcara, D. Ardilli (a cura di), Trilogia SCUM. Scritti di Valerie Solanas, Milano, Vanda Edizioni, 2017.

D. Ardilli, Manifesti femministi. Il femminismo radicale attraverso i suoi i suoi scritti programmatici (1964-1977),Milano, Vanda Edizioni, 2018.

 

Sitografia

<https://www.chiarafumai.com/> [accessed 31.08.2020]

<https://vimeo.com/160455635>[accessed 31.08.2020]

<http://www.fondazionefurla.org/artist/chiara-fumai/>[accessed 31.08.2020]

<http://www.fondazionefurla.org/award/add-fire-2/>[accessed 31.08.2020]

<https://www.youtube.com/watch?time_continue=30&v=6P4m_XZuiD4&feature=emb_title> [accessed 31.08.2020]

<https://vimeo.com/78609390>[accessed 31.08.2020]