3.1. Indagini infernali. Gli inferni di Martin Mystère, Lazarus Ledd e Nathan Never

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Tre storie a fumetti con protagonisti altrettanti personaggi seriali prendono diretta ispirazione dall’Inferno dantesco. Si tratta di Martin Mystère, n. 153, Diavoli dell’Inferno! (dicembre 1994; soggetto e sceneggiatura di Stefano Santarelli, disegni di Rodolfo Torti; Sergio Bonelli Editore), di Lazarus Ledd, n. 89, Discesa all’Inferno (novembre 2000; testi di Ade Capone, disegni di Fabio Bartolini e Alessandro Bocci; Edizioni Star Comics), e di Nathan Never, n. 10, Inferno (marzo 1992; soggetto e sceneggiatura di Bepi Vigna, disegni di Dante Bastianoni; Sergio Bonelli Editore).

Martin Mystère, creato da Alfredo Castelli, è il protagonista della serie omonima edita da Sergio Bonelli Editore a partire dall’aprile 1982. Soprannominato il «detective dell’impossibile», indaga su fatti inspiegabili e misteriosi: dal mito di Atlantide ai viaggi spazio-temporali, dalle leggende su sette segrete e ordini come i Templari ai contatti con razze aliene. Vive a New York ma le sue avventure lo portano in giro per il mondo, spesso anche in Italia. Suo fedelissimo assistente e guardia del corpo è Java, un uomo di Neanderthal sopravvissuto all’estinzione, mentre tra gli avversari primeggia Sergej Orloff, già suo amico e collega, poi conquistato dal Male. Il disegnatore che ne ha creato le fattezze è Giancarlo Alessandrini, autore anche di tutte le copertine della collana.

Lazarus Ledd, creato da Ade Capone, è l’eroe della serie pubblicata dalla Star Comics a partire da ottobre 1992 e conclusasi nel 2009 dopo 151 numeri e una trentina di albi speciali. Ex agente di un reparto militare, Lazarus, con nuova identità e professione, ufficialmente fa il giornalista: tuttavia, la collaborazione con una misteriosa organizzazione che lotta contro il crimine lo trascina in pericolose situazioni di stampo avventuroso-fantascientifico.

Nathan Never, creato da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, ha esordito nell’omonima serie, edita da Sergio Bonelli, nel giugno 1991. Suoi creatori grafici sono Dante Bastianoni e Claudio Castellini, a lungo copertinista della serie. Il protagonista è anche in questo caso un agente speciale, appartenente all’Agenzia Alfa e ispirato al protagonista del film Blade Runner (1982) diretto da Ridley Scott; allo stesso modo, esplicitamente ispirate alle fattezze dell’attrice Sigourney Weaver (protagonista della saga cinematografica di Alien, sempre diretta da Ridley Scott) sono quelle di Legs Weaver, a lungo spalla femminile di Nathan Never, poi diventata autonoma eroina di una parallela serie a fumetti. Anche l’ambientazione è analoga a quella di Blade Runner, un futuro fatto di cupi scenari urbani.

L’azione di Martin Mystère – Diavoli dell’Inferno! di Stefano Santarelli e Rodolfo Torti (fig. 1) si dipana tra il 700, il 1300 e i giorni nostri (in realtà il 1994, anno di uscita dell’albo). Ad attraversare i secoli, fino a giungere all’attenzione di Martin Mystère, è un misterioso idolo che raffigura Baphomet (un demone pagano), ritrovato da un archeologo fiorentino che poco tempo dopo morirà carbonizzato. Martin Mystère, incaricato d’indagare sulla morte del professore, si troverà alle prese con una setta d’incappucciati che tenta a tutti i costi d’impadronirsi dell’idolo (fig. 2) – lo stesso idolo che, come mostra il fumetto in un flashback, Dante Alighieri aveva posseduto e che gli era stato consegnato dal vescovo di Luni (fig. 3). Proprio grazie alla testa scolpita di Baphomet e ai poteri che emana, Dante, recatosi a San Fedele, nella regione del Chianti, troverà la porta degli inferi. Oltre sei secoli dopo, Martin e il suo fido Java, avranno un’analoga esperienza ma, invece che da Virgilio, saranno condotti dallo spirito di una guida turistica in una sorta di viaggio extratemporale reso possibile da varchi quantistici tra differenti dimensioni.

Abbastanza simile è il canovaccio della storia di Lazarus Ledd – Discesa all’Inferno di Ade Capone, Fabio Bartolini e Alessandro Bocci. Anche qui la vicenda attraversa varie epoche; anche qui un oggetto dai misteriosi poteri (in questo caso una pergamena) fornisce la chiave per aprire la porta degli inferi; anche qui – ancora in un flashback – vediamo Dante Alighieri che compie il suo viaggio grazie al varco aperto tramite la «rivelazione» della pergamena (fig. 4); e anche qui una misteriosa organizzazione vuole impossessarsene per i suoi loschi fini di dominio. Infine, anche Lazarus Ledd subirà la straordinaria esperienza di una discesa all’inferno (fig. 5) e scoprirà una «verità» di origine extratemporale e aliena. Analoghi, nelle due storie, sono anche i riferimenti mistico-esoterici: dai Templari ai Catari, ai Fedeli d’Amore (una sorta di loggia segreta poetica alla quale avrebbe aderito Dante, ricordata anche nell’avventura di Martin Mystère) fino ai misterici segreti dell’Ordine di San Giorgio, di cui lo stesso Lazarus Ledd, scopriamo essere «membro onorario».

Al di là di queste particolari ‘chiavi’ fantastico-misteriose, tipiche delle due serie, i due albi si fanno notare per le citazioni dantesche e l’apparizione in alcune tavole dello stesso Dante Alighieri. In particolare, in Discesa all’Inferno le citazioni iconografiche sono ricche e precise, grazie anche agli efficaci montaggi grafici di molte delle celebri incisioni dantesche di Gustave Doré (fig. 6), accompagnate dai versi finali dell’Inferno.

Diverso è l’approccio di Nathan Never – Inferno di Bepi Vigna e Dante Bastianoni. In questa storia Dante non c’è e l’inferno è in realtà il livello più basso di una distopica metropoli, nella quale sono confinati reietti della società e creature mutate in seguito ad esperimenti genetici. L’agente Nathan dovrà discendere in quest’abisso alla ricerca del giovane protagonista, lì rifugiatosi per scampare all’arresto dopo una rapina. Scoprirà una dura realtà nella quale vive una popolazione emarginata e costantemente perseguitata da bande di cacciatori di taglie al soldo di politici corrotti. Anche il viaggio all’inferno di Nathan Never è scandito dalla frequente citazione di terzine dantesche e da metafore e allegorie che alludono al poema (fig. 7), a cominciare dalla figura di Sonny, un mutato che guiderà – non senza tranelli e tradimenti – Nathan/Dante e lo aiuterà a ritrovare il giovane fuggiasco. Qui il Virgilio del caso che accompagnerà Nathan «a riveder le stelle» somiglia più a un Padre Omero, un frate cieco che ha fatto della sua chiesa la sede del «gruppo rivoluzionario» che lotta per riscattare i reietti (fig. 8). La suddivisione della città in livelli via via più degradati e ‘infernali’ allude certamente ai gironi danteschi, ma, soprattutto, usa una metafora di emarginazione urbana sfruttata da tanta letteratura, cinema e fumetto: emarginazione ed espulsione progressiva di ceti e classi sociali che sono, purtroppo, diventate un paradigma dello sviluppo urbano contemporaneo.

 

Edizioni di riferimento

Bepi Vigna (soggetto e sceneggiatura), Dante Bastianoni (disegni), Nathan Never, n. 10, Inferno, Milano, Bonelli, 1992.

Stefano Santarelli (soggetto e sceneggiatura), Rodolfo Torti (disegni), Martin Mystère, n. 153, Diavoli dell’Inferno!, Milano, Bonelli, 1994.

Ade Capone (testi), Fabio Bartolini e Alessandro Bocci (disegni), Lazarus Ledd, n. 89, Discesa all’Inferno, Bosco (PG), Edizioni Star Comics, 2000.