1.6 Il 1964. Una nuova relazione tra visivo e performativo

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1964, Roma, Teatro Club Orsoline 15, Movimenti uno e due di Mario Ricci, Gruppo sperimentale Orsoline 15, fotografia di Riccardo Orsini

 

23 Dicembre 1964, Movimenti uno e due, Roma, Teatro Club Orsoline 15; riproposto nel 1989 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

 

Lo spettacolo viene presentato nella serata inaugurale del Teatro Orsoline 15. Sul fondo scena sono allineate «montate su piedistalli bianchi [scatolette di cartone], sei testine di cartapesta dipinte per metà rosse e l'altra metà color rame». Una settima, posta al centro della scena, le sopravanza d'una ventina di centimetri. «Ogni testina è collegata ad un filo nero (invisibile) e basta dunque sollevarle leggermente perché si mettano a girare su se stesse». Giocando con la luce e con i ritmi della colonna sonora improvvisano dei balletti, riposizionandosi sulla scena in diverse coreografie. «Dall'alto scendono degli strani attrezzi: sorta di piedoni incernierati a sottilissime gambe (manici di scopa) (dipinti gambe e piedoni di color arancio)»: dopo essersi posti fra le testine, muovendosi e inclinandosi sulle gambe in posizioni diverse creano un balletto ispirato ai quadri di Louis Morris e di Pasquale Santoro. 

Nella scena finale un cerchione di ruota di bicicletta fissato alla forcella diventa un dispositivo che interagisce con la luce; si muove in scena, scansa e poi urta gli altri oggetti scenici: «finisce per distruggere l'ordine e le geometrie delle testine e dei piedoni danzanti» (cfr. http://marioricci.net/spettacoli/movimenti-uno-e-due). 

‘Marionette cubiche per adulti’ titola Berenice [Jolena Baldini] la recensione in Paese sera (http://marioricci.net/wp-content/files_mf/14663620651964_12_PaeseSera.jpg). 

 

La foto di Orsini ben evidenzia il linguaggio scenico di Mario Ricci, comprensivo dei codici delle arti visive (potrebbe essere la maquette di un’esposizione) e al passo con la più avanzata sperimentazione del teatro di figura internazionale. (CG)

1964, Roma, Teatro Club Orsoline 15, Movimenti uno e due di Mario Ricci, Gruppo sperimentale Orsoline 15, fotografia di Riccardo Orsini   23 Dicembre 1964, Movimenti uno e due, Roma, Teatro Club Orsoline 15; riproposto nel 1989 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.   Lo spettacolo viene presentato nella serata inaugurale del Teatro Orsoline 15. Sul fondo scena sono allineate «montate su piedistalli bianchi [scatolette di cartone], sei testine di cartapesta dipinte per metà rosse e l'altra metà color rame». Una settima, posta al centro della scena, le sopravanza d'una ventina di centimetri. «Ogni testina è collegata ad un filo nero (invisibile) e basta dunque sollevarle leggermente perché si mettano a girare su se stesse». Giocando con la luce e con i ritmi della colonna sonora improvvisano dei balletti, riposizionandosi sulla scena in diverse coreografie. «Dall'alto scendono degli strani attrezzi: sorta di piedoni incernierati a sottilissime gambe (manici di scopa) (dipinti gambe e piedoni di color arancio)»: dopo essersi posti fra le testine, muovendosi e inclinandosi sulle gambe in posizioni diverse creano un balletto ispirato ai quadri di Louis Morris e di Pasquale Santoro.  Nella scena finale un cerchione di ruota di bicicletta fissato alla forcella diventa un dispositivo che interagisce con la luce; si muove in scena, scansa e poi urta gli altri oggetti scenici: «finisce per distruggere l'ordine e le geometrie delle testine e dei piedoni danzanti» (cfr. http://marioricci.net/spettacoli/movimenti-uno-e-due).  ‘Marionette cubiche per adulti’ titola Berenice [Jolena Baldini] la recensione in Paese sera (http://marioricci.net/wp-content/files_mf/14663620651964_12_PaeseSera.jpg).    La foto di Orsini ben evidenzia il linguaggio scenico di Mario Ricci, comprensivo dei codici delle arti visive (potrebbe essere la maquette di un’esposizione) e al passo con la più avanzata sperimentazione del teatro di figura internazionale. (CG) →

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  • Teatro e arte in Italia 1959-1969. Dieci anni di storia, azioni, immagini →

 

 

Il 1964 è un anno cardine per uno sviluppo del ragionamento circa la relazione tra carattere visivo e performativo dell’arte: questo diviene più organico ed evidente, complesso ed articolato sia nella produzione di alcuni artisti sia nella discussione critica, risentendo spesso di posizioni connesse agli avvenimenti di una società in pieno boom economico e del rapporto con gli Stati Uniti. I primi mesi dell’anno vedono l’esordio di Mario Ricci: il regista collabora inizialmente con Ninì Santoro e Remo Remotti per la messa in scena di Spettacolo in tre pezzi alla Galleria Arco d’Alibert di Roma per poi inaugurare il suo spazio indipendente in Via delle Orsoline 15 con la messa in scena di Movimento per marionetta sola n. 2 e Movimento uno e due insieme al lavoro grafico dell’artista Gastone Novelli. Contestualmente, nel marzo del 1964, Carmelo Bene lavora sulla Salomé di Oscar Wilde e la porta in scena al Teatro delle Muse di Roma. Sarà poi la volta di Manon e, quindi, a luglio, del Pinocchio al Festival di Spoleto. Carlo Quartucci, intanto, chiamato al Teatro Stabile di Genova per avviare un Teatro Laboratorio, lavora su Aspettando Godot di Samuel Beckett e debutta il 31 marzo al Teatro Duse di Genova (in scena Rino Sudano, Leo de Beradinis e Claudio Remondi). 

A distanza di un mese esce su Il Verri n.14 la prima traduzione in italiano dei testi di Antonin Artaud (1964) alla quale risponde prontamente Mario Diacono sul secondo numero di EX, rivista letteraria di Emilio Villa, con una raffinata operazione verbovisuale intitolata Totem Etrangle; segno del vivo e trasversale interesse nei confronti della possibilità di un’esperienza teatrale totale proposta da Artaud con il suo Teatro della crudeltà. Rimanendo nel contesto della stampa di settore, si parla di happenings anche su Sipario: sul numero doppio di agosto-settembre del 1964 la rivista propone un articolo di Celestino Elia sul Festival de La libre expression, promosso dall’artista Jean-Jacques Lebel all’American Artists Center di Parigi. Elia ribadisce il carattere visivo degli happening chiamandoli ‘Visual Drama’; Lebel ribadisce l’intenzione di restituire all’arte la sua funzione di ‘sogno collettivo’, attraverso l'integrazione dello spettatore «nell’azione stessa della poesia, del brano poetico, del quadro, del brano teatrale». 

Sempre nell’ottica della riflessione circa il rapporto tra immagine e azione, in questo stesso 1964 viene presentato il film Verifica Incerta di Alberto Grifi e Gianfranco Baruchello.

In questo stesso anno la XIII Triennale di Milano induce il pubblico a riflettere sul tempo libero e il ruolo dei consumi. La manifestazione viene costruita come un’articolata esperienza da percorrere riflettendo sul tempo libero e sul tempo del lavoro, confrontandosi con le contraddizioni tra impegno e volontà, bisogni reali e indotti. La XXXII Biennale di Venezia è lo scenario di un altro fondamentale avvenimento: la presenza americana e il Leone d’oro assegnato a Robert Rauschenberg sollevano numerose polemiche. La critica italiana è divisa tra coloro che vedono la manifestazione come la prova di un’invasione culturale da parte degli Stati Uniti, e altri che approfondiscono la loro riflessione sull’oggetto e la relazione tra opera d’arte e quotidiano. Sempre a Venezia, nell'ambito del XXVII Festival Internazionale di Musica Contemporanea, due spettacoli segnano l’intensificarsi degli scambi fra teatro di ricerca e musica contemporanea: La fabbrica illuminata, una collaborazione di Luigi Nono e Giuliano Scabia e Hyperion, regia di Virgilio Puecher e Rosita Lupi e musiche di Bruno Maderna.

 

 

 

 

 

Data

Luogo

Artista/gruppo

Azione: titolo spettacolo, mostra, istallazione articolo

gennaio

Milano, in Sipario, XIX, n.213, gennaio 1964, p. 80

Giuseppe Bartolucci

‘Il Gruppo ‘63 a Palermo’

gennaio

Bologna, in Il Mulino, XIII, fascicolo 135, n.1, gennaio 1964, snp

Adriano Spatola

‘Un anno di poesia italiana’

gennaio

Roma, Galleria Arco D’Alibert

Mario Ricci

Spettacolo in tre pezzi, regia Mario Ricci; con la collaborazione di: Pasquale Santoro, Remo Remotti

gennaio

Roma, Teatro Club Le Orsoline 15

Mario Ricci

Movimento per marionetta sola n.2; Movimento uno e due, di Mario Ricci; con Gastone Novelli

febbraio

Genova, in Marcatrè, II, n.3, febbraio 1964, pp. 34-35

Alfredo Giuliani

‘Teatro Nudo’

2 marzo

Palermo

Domenico Guaccero, Heinz-Klaus Metzger e Paolo Emilio Carapezza; Maurizio Calvesi, Nello Ponente, Vittorio Rubiu, Luis de Pablo, Bihdan Pilarski

Collage. Dialoghi di cultura. Rivista trimestrale di nuova musica e arti visive contemporanee, (lettura collettiva)

2 marzo

Roma, Teatro delle Muse

Carmelo Bene

Salomè, da Oscar Wilde; regia Carmelo Bene; scene Salvatore Vendittelli; con Carmelo Bene, Franco Citti, Edoardo Florio, Alfredo Leggi, Rosa Bianca, Scerrino, Alfiero Vincenti

31 marzo

Genova, Teatro Duse

Compagnia Teatrostudio

Aspettando Godot, di Samuel Beckett; scene e costumi Carlo Quartucci; musiche Leopoldo Gamberini; attori: Rino Sudano, Leo de Berardinis, Claudio Remondi, Maria Grazia Grassini, Mario Rodriguez

 

4 aprile

Firenze, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux

Giovanni Giudici, Angelo Guglielmi, Francesco Leonetti, Eugenio Miccini, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Giovanni Raboni, Roberto Roversi, Gianni Toti, Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari

Poesie e no, (rassegna)

 

aprile

Roma, in EX, II, n.2, aprile 1964, snp

Mario Diacono

‘Totem Etrangle’

aprile

Roma

Gianfranco Baruchello, Alberto Grifi

Verifica incerta, 35'

19 aprile

Roma, La Nuova Musica in Italia-teatro, gesto, grafia, Teatro Ateneo

Domenico Guaccero

Nuovo incontro a tre, da Ionesco, di Domenico Guaccero; con Sylvano Bussotti, Cornelius Cardew, Michiko Hirayama

aprile

Milano, in Il Verri, I, n.14, aprile 1964 (totale pp. 158)

Antonin Artaud

Prima edizione dei testi di Antonin Artaud in Italia

 

Si veda l’approfondimento.

maggio

Livorno, Piccolo Teatro Città

Centro artistico il Grattacielo (a cura di)

Poesie e no (n.2), regia di Enrico Sirello, Gruppo '70

27-29 maggio

Firenze, Forte Belvedere

Gruppo 70

Arte e tecnologia, (convegno)

27 maggio -15 giugno

Torino, Galleria Sperone

Christo

Christo

giugno

Napoli, in Linea sud, I, n.1bis, giugno 1964, snp

Tu M

‘Il gesto creativo’

giugno

Genova, in Marcatré, II, n.5/6/7, maggio-giugno 1964, p. 212

85 artisti firmatari

‘Gli artisti deplorano che’

12 giugno-27 settembre

Milano, Palazzo della Triennale, Palazzo d'Arte, Parco Sempione

Umberto Eco, Vittorio Gregotti ( a cura di)

XIII Triennale di Milano. Tempo Libero

20 giugno -18 ottobre

Venezia, XXXII Biennale d'Arte

Cesare Gnudi, Maurizio Calvesi, Pietro Zampetti, Afro Libio Basaldella, Lucio Fontana, Luciano Minguzzi, Gian Alberto Dell'Acqua ( a cura di)

32. Esposizione Biennale Internazionale d'Arte- Mostra Arte d'Oggi nei Musei, Mostra Trentaquattro Nazioni Partecipanti, Gruppi di opere di 59 artisti italiani, Mostra Arti decorative; Mostra degli studi per la porta di San Pietro di Giacomo Manzù, Retrospettiva di Felice Casorati, Retrospettiva di Pinot Gallizio, Retrospettiva di Eva Gonzales, Retrospettiva di William Morris, Retrospettiva di Pio Semeghini, Personali di 26 artisti italiani

 

Si veda l’approfondimento.

luglio

Genova, in Marcatré, II, n.8/9/10, luglio 1964, pp. 189-193

Carla Lonzi

‘Una categoria operativa’

4 luglio

Spoleto

Carmelo Bene

Pinocchio (II edizione), da Carlo Collodi; regia, scene, costumi Carmelo Bene; maschere Salvator Vendittelli; con Carmelo Bene, Gino Lavagetto, Luigi Mezzanotte, Edoardo Torricella, Alfiero Vincenti

 

 

Sorrento, Marina Grande, Nei pressi del porto

Giuseppe Desiato

Monumento effimero [con bambini], (azione)

 

Sorrento

Giuseppe Desiato

Lamento del sud, (azione)

agosto-settembre

Milano, in Sipario, XIX, n.220-221, pp. 17-19

Celestino Elia

‘Happenings e altro’

15 settembre

Venezia, Teatro la Fenice, XXVII Festival Internazionale di Musica Contemporanea

Luigi Nono, Giuliano Scabia

La fabbrica illuminata, per voce e nastro magnetico a quattro piste, su testi di Giuliano Scabia; frammento di Due poesie a T. di Cesare Pavese, musiche e regia del suono Luigi Nono; con Carla Henius (mezzosoprano) e con la partecipazione del Coro della RAI di Milano diretto da Giulio Bertola; nastro magnetico realizzato presso lo studio di Fonologia della RAI di Milano; dedica agli operai della Italsider di Genova-Cornigliano

 

2 ottobre

Torino, Galleria Sperone

Michelangelo Pistoletto

Pistoletto

6 ottobre

Roma, Teatro delle Arti

Carmelo Bene

La storia di Sawney Bean, di Roberto Lerici; regia, scene e costumi Carmelo Bene; attori principali: Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Luigi Mezzanotte

6 ottobre

Venezia, Teatro la Fenice, XXVII Festival Internazionale di Musica Contemporanea

Virginio Puecher, Rosita Lupi, Bruno Maderna

Hyperion, a partire da Friedrich Hölderlin; regia Virginio Puecher e Rosita Lupi; musiche e direzione Bruno Maderna; Orchestra dell’Internationales Kammerensemble di Darmstadt; con Severino Gazzelloni, Catherine Gayer, un gruppo di attori

 

10 novembre

Reggio Emilia

Gruppo 63, Giorgio Celli, Furio Colombo, Corrado Costa, Enrico Filippini, Eugenio Miccini, Cesare Vivaldi, Jean Thimbaudeau, Marcelin Pleynet, Marc Slonim, Elio Vittorini

Gruppo '63, (convegno)

11 novembre

Roma, Galleria La tartaruga

Mario Ceroli; Maurizio Calvesi (a cura di)

Ceroli

16 novembre

Milano, Galleria Blu

Giuseppe Chiari

Don’t trade here

11 dicembre

Genova, Teatro Duse

Carlo Quartucci

Letture-spettacolo sul nuovo teatro americano, testi di Jack Gelber (La mela), Arthur Kopit (Papà, povero papà), Edward Albee (Un sogno americano); colonna sonora Carlo Quartucci (da Cage, Stockhausen, Berio e Maderna); diapositive Giorgio Bergami (da Pollock, Rauschenberg, Dine, Lichtenstein); con Eros Pagni, Paola Mannoni, Marzia Ubaldi, Giancarlo Zanetti, Gianni Fenzi, Camillo Milli, Gigi Pistilli, Omero Antonutti, Margherita Guzzinati

 

26 dicembre

Roma, Teatro Club Le Orsoline 15

Mario Ricci

Movimento per marionetta sola numero due; Movimento uno e due, di/regia Mario Ricci; materiale scenico Gastone Novelli; musica Mario Ricci e Ninì Santoro; tecnico luci e suono Emidio Boccanegra

 

Si veda l’approfondimento.

 

Cfr. l’articolo di Cristina Grazioli nella sezione saggi di questo numero.

ottobre

Milano

Giulio Carlo Argan

Salvezza e caduta nell’arte moderna, Il Saggiatore

 

Approfondimenti

 

Antonin Artaud, ‘Tre testi sul teatro’, Il Verri, n. 14, 1964 (Fig. 1)

Nel 1964 la rivista Il Verri pubblica alcuni scritti di Antonin Artaud dedicati al teatro: sono i primi scritti apparsi in italiano e si tratta di brevi interventi composti a dieci anni dal suo Le Théâtre en son double, tra il maggio del 1946 e l’anno della sua morte nel 1948. Sempre nel 1964, nel marzo, Sipario aveva dedicato un approfondimento al lavoro di Peter Brook e Charles Marowitz proprio su Artaud e, nel numero di giugno 1965, dedicherà un numero doppio al Teatro della crudeltà. In quell’occasione saranno pubblicati in traduzione ‘Il primo manifesto del Teatro della crudeltà’, ‘Il Teatro e la peste’, ‘Lettere di Antonin Artaud’ e una serie di testimonianze dei contemporanei (da Gide, a Braque, da Adamov, a Barrault…). Il ruolo di Artaud nel provocare il dibattito critico e la riflessione artistica non solo in ambito teatrale, parte proprio in questi anni e ben prima che Il teatro e il suo doppio esca per la casa editrice Einaudi nel 1968. La forza di una scrittura visionaria e l’influenza che aveva esercitato in Francia nel secondo dopoguerra diventano in questi anni luogo di riflessione e di provocazione, investendo fra l’altro temi centrali come la questione del rapporto arte-vita, quella di una presenza dirompente del corpo sulla scena, quella dell’autonomia della scrittura scenica dal codice testuale.

 

Venezia, 32, giugno-ottobre 1964. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (Fig. 2)

In occasione della XXXII Biennale di Venezia il padiglione statunitense accoglie una selezione di opere di artisti Pop, a Robert Rauschenberg viene assegnato il Gran Premio per la Pittura. Questa Biennale ha una forte influenza sugli artisti italiani che hanno l’occasione di conoscere a fondo le ultime ricerche americane e di entrare in contatto con le gallerie statunitensi. Gli italiani, fra loro gli esponenti della Scuola di Piazza del Popolo, sono presentati nelle sale del padiglione centrale dedicate alle nuove tendenze. Mentre si era deciso di puntare sulle sale personali di artisti come Carla Accardi e Gastone Novelli, provenienti da una temperie astratta, o su pittori come Corrado Cagli, Virgilio Guidi, Sergio Vacchi. Il padiglione statunitense per la prima volta aveva un supporto finanziario cospicuo da parte dello Stato ed era curato da Alan Solomon, con il fondamentale aiuto logistico e organizzativo del Jewish Museum di New York, di cui era direttore con il sostegno dei galleristi Leo Castelli e Ileana Sonnabend. Nella polemica che segue quella che sembra a tutti gli effetti una invasione politico-culturale sono i critici a scagliarsi contro lo strapotere americano, mentre gli artisti italiani, soprattutto i più giovani, che certamente soffrono di una mancata e dirottata attenzione, sono piuttosto turbati dalla mancata assegnazione del Premio per la pittura riservato all’Italia: a questa scelta viene, infatti, preferito dare due premi alla scultura. LL

 

Roma, Teatro Club Orsoline 15, 26 dicembre 1964. Movimenti uno e due (Fig. 3)

Lo spettacolo viene presentato nella serata inaugurale del Teatro Orsoline 15. Sul fondo scena sono allineate «montate su piedistalli bianchi [scatolette di cartone], sei testine di cartapesta dipinte per metà rosse e l'altra metà color rame». Una settima, posta al centro della scena, le sopravanza d'una ventina di centimetri. «Ogni testina è collegata ad un filo nero (invisibile) e basta dunque sollevarle leggermente perché si mettano a girare su sé stesse». Giocando con la luce e con i ritmi della colonna sonora improvvisano dei balletti, riposizionandosi sulla scena in diverse coreografie. «Dall'alto scendono degli strani attrezzi: sorta di piedoni incernierati a sottilissime gambe (manici di scopa) (dipinti gambe e piedoni di color arancio)»: dopo essersi posti fra le testine, muovendosi e inclinandosi sulle gambe in posizioni diverse creano un balletto ispirato ai quadri di Louis Morris e di Pasquale Santoro. 

Nella scena finale un cerchione di ruota di bicicletta fissato alla forcella diventa un dispositivo che interagisce con la luce; si muove in scena, scansa e poi urta gli altri oggetti scenici: «finisce per distruggere l'ordine e le geometrie delle testine e dei piedoni danzanti» (cfr. Ricci 1964). ‘Marionette cubiche per adulti’ titola Berenice, Jolena Baldini, (1964) la recensione in Paese sera.

La foto di Orsini ben evidenzia il linguaggio scenico di Mario Ricci, comprensivo dei codici delle arti visive (potrebbe essere la maquette di un’esposizione) e al passo con la più avanzata sperimentazione del teatro di figura internazionale. CG

 

 

Bibliografia

 

A. Artaud, ‘Tre testi sul teatro’, Il Verri, 14, Milano, 1964, pp. 41-49.

Berenice [Baldini], ‘Marionette cubiche per adulti’, Paese Sera, dicembre 1964, <http://marioricci.net/wp-content/files_mf/14663620651964_12_PaeseSera.jpg). 

M. Ricci, ‘Movimenti Uno e Due’, Mario Ricci 1934-2010, 1964, <http://marioricci.net/spettacoli/movimenti-uno-e-due> [accessed 11 April 2022].