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Unica donna a firmare il Manifesto del New American Cinema Group e co-fondatrice della Film-Makers’ Cooperative, Shirley Clarke (NYC 1919-Boston 1997) ha eletto la settima arte come privilegiata «stanza tutta per sé», dedicandosi con fervore alla causa del cinema indipendente e di ricerca. Già danzatrice e coreografa, è stata autrice di innovativi film di cinedanza e in stile cinéma-vérité, oltre che docente di cinema. Iniziò a fare film a New York nel 1953 con una cinepresa avuta come regalo di nozze, e contribuì da protagonista di spicco al rinnovamento del cinema statunitense e alle sue ‘espansioni’ con una variegata sperimentazione formale e tematica, nella costante tensione verso un’idea di arte partecipata e relazionale. La mia proposta intende ricostruire l’eclettica pratica artistica di questa filmmaker di rango, che dalla danza si spinge agli albori della videoarte: un esemplare impegno estetico e civile all’insegna del rigore, della passione e della originalità espressiva

The only woman who signed the New American Cinema Group Manifesto, co-founder of the Film-Makers’ Cooperative, Shirley Clarke (NYC 1919-Boston 1997) elected the seventh art as her privileged «room of one’s own», devoting herself fervently to the cause of independent and research cinema. Formerly a dancer and choreographer, she authored innovative cinédanse movies as well as movies in cinéma-vérité style, and was also a film teacher. She started her film career in New York in 1953 with a movie camera she had as a wedding gift, contributing as a prominent protagonist to the renewal of the US cinema and its ‘expansions’ with a varied formal and thematic experimentation, in constant tension towards an idea of participatory and relational art. My proposal is meant to reconstruct the eclectic artistic practice of this high-ranking woman filmmaker, which goes from dance to the dawn of videoart: an exemplary aesthetic and civil commitment under the banner of rigor, passion and expressive originality.

Faccio questo lavoro per rendermi felice

Shirley Clarke

 

Unica regista tra i 22 firmatari del Manifesto del New American Cinema nel 1960, cofondatrice della Film-Makers’ Cooperative nel 1962, Shirley Clarke (Brimberg, NYC 1919 – Boston 1997) è stata protagonista del rinnovamento cinematografico statunitense fin dagli esordi ispirati alla sua formazione di danzatrice e coreografa (con Martha Graham, tra gli altri) [fig. 1].

Di famiglia agiata e la maggiore di tre figlie, Shirley era una ribelle già da bambina. Fece ottimi studi universitari e nel 1942, per sottrarsi al severo controllo paterno, sposò un fotolitografo di nome Bertram Clarke, padre della sua unica figlia Wendy, dal quale divorziò nel 1963. Nei primi anni Cinquanta intraprese un nuovo percorso creativo, scegliendo il cinema come privilegiata «stanza tutta per sé», e inaugurando la sua carriera di filmmaker con cortometraggi di cinedanza, ai quali collaborò il marito, e che presto avrebbero lasciato il posto a lungometraggi in parte ispirati al cinéma-vérité. Nel 1955 si iscrisse all’Institute of Film Techniques di New York. Allieva di Hans Richter, ebbe tra i compagni di classe Jonas Mekas, come lei habitué delle programmazioni della Cinema 16 Film Society di Amos Vogel. Fece parte della Independent Film-Makers Association (1953-1955), che la inserì nel milieu artistico del Greenwich Village animato da Maya Deren, Stan Brakhage, Lionel Rogosin e lo stesso Mekas.

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