2. Il testo letterario come documento

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Niemals war die stoffliche Unwissenheit der Schreibenden

so groß und die dokumentarische Authentizität des Geschriebenen so betont.

Joseph Roth, 1930

La letteratura, inglobando al proprio interno frammenti di realtà, assume un ruolo documentale e diventa traccia di istanze e di percorsi storici di una certa società, in un dato momento storico. Pensiamo ad esempio a Marcia su Roma di Emilio Lussu (1932, Fig. 1), testo letterario basato su documenti storici, ricco di impressioni personali e strumento utile di interpretazione della situazione politica italiana, alla pari di un reportage giornalistico o a Der rasende Reporter (1924) di Egon Erwin Kisch, esponente della Neue Sachlichkeit che esplora forme di narrazione documentaria toccando tematiche sociali, o a Les Conquérants di Malraux (1928) che, nel narrare una storia di congiura di ribelli cinesi contro l’imperialismo britannico, intende simboleggiare le battaglie contro ogni forma di dittatura di inizio secolo.

La letteratura è in questo momento in stretta relazione con il mondo del giornalismo: romanzi e reportage di guerra o racconti di viaggi sono spesso pubblicati nei giornali. C’è una commistione tra generi e tra figure che lavorano alla costruzione dei generi letterari e delle modalità di trasmissione della cultura letteraria. Il romanziere è anche un reporter che mette le proprie esperienze al servizio della narrazione. È così espresso un bisogno di realismo, di contatto con la verità e di allontanamento da un mondo puramente finzionale (Figg. 3 e 4).

Ciò che ci si chiede in questa sezione è come un testo letterario possa diventare un documento ed esprimere un’intenzione documentaria, facendosi portatore e testimone del contesto in cui si inserisce, mostrando in maniera più o meno esplicita la propria ambizione documentaria, e raggiungendo sempre l’effetto di testimoniare la realtà attraverso la letteratura.