2.7. Parodie sul web. Gli effetti di GOMORRA LA SERIE sulla gente

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Il 12 ottobre del 2016, nel corso della diciassettesima puntata di Gazebo Social News, lo show condotto da Diego Bianchi, il vignettista e autore Makkoz disegna un personaggio proveniente da Napoli. Lo rappresenta con una caricatura di Genny Savastano, uno dei protagonisti di Gomorra - La serie, con tre frasi che contornano il personaggio [fig. 1]: «Stai senza pensieri», «Two Fritturs» e «Come to take the forgiveness». Ci sono una serie di cortocircuiti linguistici e mediatici che vanno in scena all’interno di questa immagine, una serie di immaginari che vengono convocati. Siamo all’interno di una trasmissione televisiva in un certo senso di nicchia, come Gazebo, ma a cui il preserale ha dato una più vasta popolarità. Le frasi, forse oscure ai più, arrivano dalla serie tv di Gomorra, ma rimodellate dal gruppo satirico The Jackal, autore di una fortunata web serie parodica, Gli effetti di GOMORRA LA SERIE sulla gente (d’ora in poi, Gli effetti). Alcune poi sono in inglese perché la web serie ha avuto un piccolo spin-off, Impara l’inglese con GOMORRA, dove i tormentoni vengono tradotti in inglese. Web, TV, ma anche cinema: il Genny Savastano disegnato da Makkoz rimanda molto più marcatamente al De Niro di Taxi Driver di quanto non lo faccia il personaggio della serie – che pure sempre da lì attinge parte del proprio stile e mise. Può sembrare strano partire da questa immagine per parlare di un aspetto del mondo Gomorra, ma proprio immagini come questa fanno vedere quando questo sia entrato nella cultura popolare, e lo abbia fatto ibridando una serie di linguaggi e media diversi.

In questo breve contributo ci concentriamo su Gli effetti, mini serie web prodotta dal collettivo di videomaker e comici napoletano The Jackal, che anche grazie a questa parodia ha raggiunto un notevole successo di pubblico, con un canale YouTube che ha quasi cinquanta milioni di visualizzazioni. Lo schema dei quattro video (tre relativi alla prima stagione, ribattezzati La trilogia della frittura, e uno alla seconda) è sempre lo stesso: l’attore Ciro Priello farnetica una serie di frasi di Gomorra - La Serie riportate fuori contesto («citazionismo estremo in ogni frangente», lo chiamano gli autori in un intervista per Wired), mentre l’altro protagonista, Fabio Balsamo, cerca di svolgere il suo lavoro, di volta in volta il barista, il cameriere, il pony express della pizza, o il bigliettaio ai cinema. Che questa mini serie web vada inserita in qualche modo, magari in modo apocrifo, nel novero delle filiazioni del romanzo Gomorra lo certifica la presenza dell’unico elemento che lega tutti i prodotti del mondo gomorriano: il suo autore e creatore Roberto Saviano, che appare in persona nell’ultimo (terzo) episodio della prima stagione della mini serie web, andata online a fine 2014. La scena è ambientata in un ristorante: Fabio, che in questo video cerca di lavorare come cameriere, dopo che Ciro farnetica di nuovo le solite frasi sconnesse, diventa serio e argomenta che non si può scherzare sulla camorra, richiamando un elenco di note polemiche sulla possibilità di mediatizzare, ed eventualmente comicizzare, il crimine organizzato. Ma va oltre, e dice anche che non si può guadagnare sulla camorra, e quel Saviano che lo fa andrebbe ammazzato (e mima il gesto della pistola) [fig. 2]. Lo scrittore allora appare all’improvviso, e spiega come scherzando e ridendo della camorra la si smonti. Poi, lo stesso che voleva un attimo prima ucciderlo, gli chiede un autografo. È una presenza non scontata quella di Saviano all’interno della serie parodica, che dà autenticità ma al tempo stesso rimarca anche lo status di cult dello stesso scrittore. Quella di Saviano nel panorama culturale italiano è infatti una fortissima presenza-assenza: presentissimo sui media, come opinion maker che si esprime sugli argomenti più vari, invocato e discusso, ma al tempo stesso nascosto, invisibile, assente, costretto a vivere da anni sotto scorta e spesso all’estero. Peraltro, prima di apparire in video, lo stesso scrittore aveva rilanciato Gli Effetti proprio dai social media. Oltre a Saviano, anche due attori della serie si sono prestati ai video di The Jackal, Luca Gallone (’o Mulatt) nell’ultimo episodio e Salvatore Esposito (Gennaro Savastano) nel secondo: in quest’ultimo caso, è proprio Esposito a dialogare fittamente faccia a faccia con Ciro, in uno scambio di battute che diviene via via più intenso, con relativo campo e contro campo [fig. 3], portando all’estremo quel citazionismo completamente fuori contesto di cui si diceva, tanto che l’attore ripete senza distinzione frasi che nella serie pronuncia lui o altri. Anche Saviano assume una maschera comica e partecipa alla parodia, pronunciando quello «Stai senza pensieri» che è forse la frase più celebre de Gli Effetti.

Attestata la possibilità di inserire questa parodia all’interno del pantheon gomorriano, vale la pena analizzare due dei principali tormentoni della web-serie, «Doje Frittur» e «Tutt’appostoooo», il ruolo che hanno all’interno di Gomorra - La serie e infine come vengono risemantizzati da Gli effetti. «Doje Frittur» (storpiatura del francese «deux friture») viene pronunciato da Salvatore Conte, il principale esponente del clan rivale ai Savastano, appena passato il confine verso la Francia: in una scena, quindi, che si svolge non a Napoli [fig. 4]. Conte è forse il personaggio più lontano dallo stereotipo del boss, attento ai vestiti, molto religioso, affezionato all’anziana madre, parla forbito, e, scopriremo nella seconda stagione, ha una relazione segreta con una ragazza transessuale. La frase è pronunciata in un ristorante di lusso, affacciati sul mare, in uno dei pochi momenti ambientati lontano da Napoli della prima stagione, che ha soltanto rapidi excursus in Spagna e a Milano – mentre una buona parte della seconda stagione è ambientata a Roma sud, interessante luogo altro da Napoli, descritto come simile e al tempo stesso molto diverso da Scampia e Secondigliano. «Tutt’appostoooo» invece è, nella prima stagione, una delle frasi più ricorrenti, pronunciata dalle vedette dei clan all’interno delle piazze di spaccio per segnalare che la situazione è sotto controllo. Da una parte quindi il «Doje Frittur» rimanda all’idea di confine (confine aperto, in teoria, ma recentemente anche richiuso) e di altro/straniero, dall’altra l’urlo è simbolo del radicamento per eccellenza nelle piazze dello spaccio. Un uso singolo, per la prima, all’interno della serie, e una ripetizione fino allo sfinimento per «Tutt’appostoooo».

Come vengono però risemantizzate queste frasi all’interno di questo pezzo atipico e parodico dell'immaginario gomorriano che è Gli effetti? La forza della parodia di The Jackal sta proprio nel trasporre in un ambiente del tutto altro questi tormentoni, in un certo senso levando loro quella qualità di forte ancoramento al territorio (nel caso di «Tutt’appostoooo») o invece di significante di altro geografico e culturale («Doje Frittur»). In Gli effetti queste frasi vengono mescolate, pronunciate un po’ a casaccio e in contesti altri, in luoghi come la porta di casa, il bar, il ristorante. Le espressioni facciali variano, e se «Tutt’appostoooo» imita la mimica dei ragazzi che si urlano da un palazzo all’altro [fig. 5], per «Doje Frittur» Ciro Priello impersona il più compito Salvatore Conte [fig. 6]. Estrapolate quindi dal (con)testo in cui sono state pensate, e quindi trasportate altrove, cosa rimane di queste esclamazioni? Rimane il (non)senso delle frasi, e con essa la capacità di Gomorra di generare un refrain apparentemente così lontano (per senso e per stile) dal libro che ha dato origine a tutto. Eppure, così vicino, come testimonia la presenza di Saviano. Frasi che hanno viaggiato tantissimo, approdando a Sanremo, sulle magliette, persino in nomi di ristoranti e locali, o fondendosi con altri tormentoni [fig. 7]. Nell’ultimo video, il quarto e probabilmente ultimo, si compie un salto in avanti: da Gomorra a Narcos, con Ciro Priello che interpreta Pablo Escobar e pronuncia la famosa battuta «Plata o plomo» [fig. 8]. L’attenzione al tormentone è così forte che, cambiata la serie di riferimento, ciò che rimane è il «citazionismo estremo in ogni frangente».

 

Bibliografia

C. Catalli, ‘The Jackal: Dopo la parodia di Gomorra una serie tutta nostra’, Wired.it, 30 luglio 2014,<https://www.wired.it/play/cinema/2014/07/30/jackal-parodia-gomorra-nuova-serie/> [accessed 24 january 2017].