3.7. Una biblioteca di webstar. Compendio sull’autobiografia della diva creator

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Sebbene non si muovano all’interno del divismo attoriale, bensì in quello del divismo in sé, le webstar costituiscono un caso particolarmente calzante nella questione delle divagrafie. L’autobiografia, infatti, è un elemento imprescindibile del bagaglio della perfetta diva del web [fig. 1], indipendentemente dall’età estremamente giovane. Un fenomeno transmediale (Jenkins 2006) dal quale risulta una produzione di opere-gadget, utili soprattutto a contenere un autografo durante gli incontri tra le piccole ammiratrici e la loro beniamina [fig. 2]. A riempire le pagine, oltre le numerose fotografie, sono gli stessi aneddoti già noti all’interno dei social media nei quali queste giovani star operano. Si tratta di vite comuni nelle quali qualsiasi ragazzina può rispecchiarsi, ma dove aleggia il barlume della fama che riesce a farle sognare. Nel divismo cinematografico tale processo di empatia riguarda solo alcuni attori (Jandelli 2007), e tramite la sovrapposizione dei concetti persona-personaggio (Metz 1977); anche sul web avviene qualcosa di simile, con la differenza che chiunque all’interno di una cultura dell’iperselfie (Scrivano 2015) costruisce un sé-personaggio mediale; allo stesso tempo qualsiasi elemento pubblicato alimenta un’autobiografia costante: le ragazze in particolare vi partecipano sempre di più attraverso forme molto diverse (Maguire 2018).

Quando i content creators raggiungono una fama sufficiente da possedere un valore economico, è molto probabile corredino la propria produzione di almeno un libro stampato. Il contenuto può dipendere dalle tematiche affrontate (il caso dei manuali e i libri di divulgazione), oppure attuarsi nella forma di romanzo e autobiografia. Queste ultime due opzioni rappresentano un ‘concime’ per la vena critica delle book-community. In particolare su YouTube, dove è possibile dilungarsi in argomentazioni, se ne contesta lo scarso valore letterario (ad esempio Matteo Fumagalli dedica una serie alla critica ironica dei ‘libri trash’, dove compaiono i libri degli youtuber), e la vacuità della retorica del sogno che infesta quasi ogni produzione (si veda il video di Ilenia Zodiaco dal titolo ‘Youtuber che scrivono libri e la retorica dei sogni’).

Se l’autobiografia ha come target esclusivamente la fanbase, ovvero quel pubblico ideale costituito da fruitrici-modello (Fanchi 2014), il manuale e il romanzo tentano di raggiungere un audience più ampia (anche se in molti casi il prodotto non va oltre la community nativa). È interessante notare che, a differenza del manuale e del libro di divulgazione che riguardano le competenze dichiarate dall’autore nelle piattaforme native, il romanzo rappresenta una forma molto popolare tra i produttori di contenuti delle più svariate tematiche, senza che questi abbiano mai affrontato la questione della propria vocazione letteraria; inoltre, l’impressione che si ricava ricercandone i titoli è di una produzione a maggioranza femminile.

Passando alle ‘divagrafie’, un profilo medio della diva creator comprenderà: un’età che può andare dai dodici anni fino alla trentina; un pubblico di pre-adolescenti e appena adolescenti, anche se non sempre la pubblicazione è affiancata da un controllo dei contenuti che lo renda adatto al target; una piattaforma nativa che sia YouTube, Instagram o TikTok (solo per le giovanissime), molto volentieri accostata ad altre piattaforme (alle prime due ci si rivolge con facilità a prescindere da quella d’origine, più difficile sarà il passaggio all’ultima).

Due parole su TikTok, la cui funzione potrebbe risultare oscura: erede del ‘fu’ Musical.ly, è un’applicazione che permette di creare e condividere brevi video sfruttando spezzoni musicali e montaggi serrati. Le potenzialità del mezzo sono numerose, ma l’applicazione è diventata particolarmente popolare tra adolescenti e preadolescenti che si cimentano in lip-sync e danze, spesso palestra di sensualità (e che questo si verifichi in tali condizioni potrebbe destare allarme).

Rifacendosi al concetto di ‘doppio talento’ (Cometa 2014), ovvero la doppia vocazione di quegli artisti che padroneggiano due media diversi, Maria Rizzarelli ha individuato tre forme di divagrafia: la narrazione autobiografica, le memorie di una personaggia e il romanzo autobiografico (Rizzarelli 2017).

Come avviene per le dive televisive e cinematografiche, anche le dive creators si rivolgono più volentieri alla narrazione autobiografica. Ciò che nelle storiche dive era elaborato a fine carriera, qui invece si realizza durante i suoi albori. Ci troviamo di fronte a una raccolta di aneddoti e di fotografie tratti in buona parte dalle pagine social delle dive, il tutto incastonato all’interno di layout sgargianti. Non genericamente la fascia di giovani lettori, e non i fruitori occasionali delle pagine personali delle dive creators, ma solo e soltanto le loro fan saranno in grado di sintonizzarsi al canale empatico del libro. Un canale ristretto non rivolto all’autrice solo in quanto ragazzina, ma rivolto a lei in quanto quella specifica ragazzina ammirata.

Nei libri di Iris Ferrari Una di voi (2018) e Le nostre emozioni (2019) c’è un continuo sottolineare – come si evince anche dai titoli – la vicinanza dell’autrice al suo pubblico, descritto come parte integrante del proprio percorso [fig. 3]; protagonista del narrato non è un io, bensì un noi. Diverso è ciò che accade in I piedi per terra, la testa nel cielo (2017), nel quale Beatrice Vendramin cerca di distanziare il proprio pubblico dalla formazione del sé. Conosciamoci meglio (2017) di Virginia De Giglio è una simulazione di un fanciullesco diario personale formato da pagine da compilare. Attraverso questa sorta di diario intimo (Fine 1999) o quaderno dell’amicizia (Blanc) si simula un rapporto amicale tra l’autrice e la lettrice in un’esperienza molto simile al gioco di ruolo. #NONOSTANTE (2019) di Marta Losito si struttura alternando frasi motivazionali e consigli ad una serie di scatti in primo piano [fig. 4], mettendo dunque il sé in cima ad una sorta di struttura piramidale. Graficamente più ricercati risultano Il mio libro sbagliato (2016) di Greta Menchi, che contiene immagini molto elaborate [fig. 5], Un libro meraviglioso (2017) di Lilly Meraviglia, che raccoglie le originali illustrazioni dell’autrice [fig. 6], Cavolini (2018) de LaSabri, che presenta la propria vita sotto forma di fumetto. LaSabri pubblica anche #Play, la mia vita come un gioco (2017) che, insieme a 10 cose che non avresti mai pensato di fare (2016) di Nadia Tempest, risulta tra le poche pubblicazioni di questo genere realizzate da creators più mature. Le due ragazze si presentano attraverso il ruolo di sorelle maggiori, cogliendo l’occasione per dispensare qualche consiglio tra un aneddoto e una foto [fig. 7].

Per quanto riguarda le memorie della ‘personaggia’ troviamo l’esempio di Martina dell’Ombra (unica Facebook-nativa qui citata), la quale con il suo Fake: Una storia vera (2018) si racconta attraverso quell’identità fittizia con cui fino a poco tempo fa usava presentarsi anche agli altri media; solo di recente, infatti, abbiamo conosciuto Federica Cacciola. Un percorso diverso, il suo, che da bistrattato fenomeno web si è affermata come comica professionista in televisione (che il mestiere televisivo sia considerato di maggior valore sarebbe una questione che meriterebbe un’analisi a parte).

Infine, per quanto riguarda il romanzo autobiografico non si trova una Goliarda Sapienza che innesti virtuosamente finzione e realtà, ma una Sofia Viscardi che attraverso storie adolescenziali ‘in provetta’ [fig. 8] si propone timidamente come alter ego dei suoi personaggi. In Succede (2016) la protagonista è presentata in sinossi come l’alter ego dell’autrice, e in Abbastanza (2018) la stessa Sofia definisce i personaggi come delle parti distinte della sua personalità. Non sono romanzi che raccontano qualcosa di realmente accaduto, ma che rievocano le sensazioni del suo vissuto. Lo stesso avviene in Un ragazzo tra noi (2018) di Kessy e Melly, dove le gemelle protagoniste sono molto simili alle gemelle autrici. Si potrebbe rimandare – anche se in piccolo – alla riflessione di Virginia Woolf secondo cui solo l’espediente letterario sarebbe in grado di cogliere la narrazione del sé (Catà 2013). Martina Piacardi è sia autrice che protagonista in #Donna fin da bambina (2019), in cui attraverso la scrittura cerca di elaborare la perdita della madre avvenuta durante l’infanzia.

Le problematiche relative all’autobiografia sono note: incompiutezza, inafferrabilità, i problemi legati alla memoria, alla verità (Mariani 2011) e all’io (Perniola 2015). Nelle opere citate si può aggiungere che il materiale di partenza ha già subito numerosi passaggi da medium a medium (memoria, linguaggio-narrazione, montaggio, video, contesto, social network), e poi riceverà ulteriori tagli e rimontaggi in fase di lavoro editoriale. In ogni caso, non si tratta di autobiografie di vite compiute bensì di racconti in divenire, nei quali le personalità e le identità delle autrici sono in formazione. Come queste opere e queste autrici si collocheranno nel tempo, e se tale fenomeno continuerà in questa forma, è tutto da vedere; per ora più che trarre conclusioni si può solo tenere una traccia. Riprendendo, invece, il concetto di ‘doppio talento’, nelle attrici che scrivono questo è immediatamente riconoscibile, nelle creators scrittrici (di cui spesso si mormora la presenza di ghostwriters) i due talenti sono più difficili da identificare. Fatta eccezione per Federica Cacciola, professionista in un settore già noto, tutto ciò che le dive creators esibiscono è un estremo di normalità. I loro interessi sono comuni a quelli delle loro coetanee, dalla quali si differenziano solo per fama. Anche il talento delle Tiktoker più popolari, sebbene la danza e il montaggio necessitino di bravura e destrezza, viene percepito come alla portata di tutti, e molte si sperimentano nelle stesse pratiche per imitazione.

Per quanto si neghi un valore letterario o professionale a queste giovani dive, tuttavia non si può negare che la normalità sia più una rappresentazione dell’ideale che una norma, e che riuscire a farsi ammirare da un ampio pubblico sia un dono di comunicabilità e di simpatia.

 

 

Bibliografia

D. Blanc, ‘Correspondances’, in D. Fabre (a cura di), Ecritures ordinaires, Paris, POL, 1993.

C. Catà, ‘Le pagine, le ore, le falene. Dissimulazione e confessioni del Sé nei diari e nei romanzi di Virginia Woolf’, Lo Sguardo, 11, 2013.

M. Cometa, ‘Al di là dei limiti della scrittura. Testo e immagini nel “doppio talento”’, in M. Cometa, D. Mariscalco (a cura di), Al di là dei limiti della rappresentazione. Letteratura e cultura visuale, Macerata-Roma, Quodlibet, 2014.

D. Fine, ‘Scritture femminili come riti di passaggio’, in A. Iuso (a cura di), Scritture di donne. Uno sguardo europeo, Arezzo-Siena, Protagon Editori Toscani, 1999.

C. Jandelli, Breve storia del divismo cinematografico, Venezia, Marsilio, 2007.

S. Jandl, ‘Negotiating Youth Cultures Intermedially: YouTubers, Vlogging and Teenagers’, Publije, 1, 2018, ˂http://doi.org/10.1007/978-3-319-74237-3> [accessed 10.10.2019].

H. Jenkins, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide, New York, NYU Press, 2006.

E. Maguire, Girls, Autobiography, Media. Gender and Self-Mediation in Digital Economies, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2018.

M. A. Mariani, Sull’autobiografia contemporanea. Nathalie Sarraute, Elias Canetti, Alice Munro, Primo Levi, Roma, Carocci, 2012.

C. Metz, Le signifiant imaginaire. Psychanalyse et cinéma, Paris, UGE, 1977.

M. Perniola, ‘Editoriale. Io non so chi sono io’, Àgalma, n. 29, aprile 2015.

M. Rizzarelli, ‘L’attrice che scrive, la scrittrice che recita. Per una mappa della ‘diva-grafia’’, in L. Cardone, G. Maina, S. Rimini, C. Tognolotti (a cura di), Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano, Arabeschi, 10, luglio-dicembre 2017, pp. 366-371, ˂http://www.arabeschi.it/13-/> [accessed 10.10.2019].

F. Scrivano, ‘Ossessione di esserci. Gli autoinganni nell’autofinzione’, Àgalma, n. 29, aprile 2015.

 

 

Bibliodivagrafia

V. De Giglio, Conosciamoci meglio, Milano-Roma, Mondadori Electa, 2017.

M. Dell’Ombra, Fake. Una storia vera, Milano, Mondadori, 2018.

S. Dalle Rive, #help!, Milano-Roma, Mondadori Electa, 2018.

I. Ferrari, Una di voi, Milano-Roma, Mondadori Electa, 2018.

I. Ferrari, Le nostre emozioni, Milano-Roma, Mondadori Electa, 2019.

Kessy & Mely, Un ragazzo tra noi, Milano, Fabbri, 2018.

LaSabri, #Play. La mia vita come un gioco, Milano, Rizzoli, 2017.

LaSabri, Cavolini, Milano, Rizzoli, 2018.

M. Losito, #NONOSTANTE, MIlano-Roma, Mondadori Electa, 2019.

G. Menchi, Il mio libro sbagliato, Milano, Fabbri, 2016.

L. Meraviglia, Un libro meraviglioso. Sirene, teste fluttuanti e altre cose molto strane disegnate da me, Milano, Rizzoli, 2017.

M. Picardi, #Donna fin da bambina. Lacrime e sorrisi della mia vita, Milano, Rizzoli, 2019.

N. Tempest, 10 cose che non avresti mai pensato di fare, Sperling & Kupfer, 2016.

B. Vendramin, I piedi per terra, la testa nel cielo. La moda, il cinema e le mie «idee grandi», Milano, Fabbri, 2017.

S. Viscardi, Succede, Milano, Mondadori, 2016.

S. Viscardi, Abbastanza, Milano, Mondadori, 2018.