Il poema immaginato. "Visioni" dell'Orlando furioso tra XX e XXI secolo

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L’esplosione della fortuna iconografica del Furioso affonda le sue radici in epoche lontane, innescata con una sorprendente rapidità da artisti e stampatori immediatamente dopo la sua genesi testuale anzi ancor prima che Ariosto trovasse per il suo poema la forma definitiva in 46 canti (1532). La felice onda d’urto di questo precoce e vastissimo successo visivo, superando anche le secche del più tassesco XVII secolo, ha investito tutta la storia del libro illustrato, attraversando ‘cinque secoli di stampa’ e disegnando un percorso senza eguali nel dialogo tra poesia e immagini. La galleria che qui presentiamo intende fotografare alcuni dei lampi più recenti di questa splendida deflagrazione, raggiungendo il secolo in cui lo «abominoso ordigno» gettato in mare da Orlando ha squassato il mondo intero e l’uomo, privo dell’aiuto di ippogrifi ed evangelisti, ha calpestato il deserto lunare senza trovarvi il suo senno perduto.

Attraverso questa esposizione virtuale e il commento di oggetti che gravitano nella galassia del libro (non solo edizioni figurate vere e proprie, dunque, ma anche cartelle d’artista, serie di incisioni, riduzioni illustrate e fumetti) si intende mostrare come l’immaginario ariostesco sia riuscito a sposarsi con le più disparate tendenze formali del Novecento: dai tratti più tradizionali nei volumi di inizio secolo (come quello illustrato da Giambattista Galizzi) agli esperimenti visuali di Enrico Baj, Arturo Carmassi, Luciano De Vita e altri, raccolti da Riccardo Bacchelli nel ’79; dal nostalgico figurativismo delle incisioni di Franco Gentilini all’astrattismo di quelle di Emilio Vedova; dai colori rutilanti dell’ex-futurista Aligi Sassu alle poche tinte acquerello del post-surrealista Fabrizio Clerici, autore di 180 tavole per il Furioso.

Oltre il crinale del secolo e del millennio, si giunge poi alle tavole in stile Disney dei fratelli Paul e Gaëtan Brizzi e a quelle dello ‘sperimentatore’ Mimmo Paladino, maestro della Transavanguardia. Si tratta dunque di una ‘biblioteca visuale’ che si trasforma in galleria visiva, all’interno della quale ciascun lettore/visitatore può attingere uno dei ‘volumi’ raccolti e attraversarne, condotto per mano, le pagine e le figure. Ma non si tratta soltanto di una biblioteca raffinata ed elitaria, infatti, anche se oggetti i cui supporti mal si adattano allo scaffale (allestimenti teatrali e televisivi, tele, sculture e istallazioni) non sono stati esposti, hanno trovato spazio in questa libreria virtuale alcuni prodotti editoriali che hanno avvicinato il poema – spesso con grande acume e raffinatezza – a un pubblico popolare o a lettori ‘giovani’: come ad esempio la riduzione fumettistica di Pino Zac e il commento visuale di Grazia Nidasio all’Orlando furioso raccontato da Italo Calvino.

Ciascuno potrà attraversare questo breve percorso librario seguendo una successione lineare e cronologica o piuttosto potrà decidere di saltellare e zigzagare liberamente attraverso questo repertorio parziale, ma rappresentativo, della inesauribile capacità del poema di Ariosto di farsi racconto visivo e di suscitare, insieme alle immagini evocate dal suo autore attraverso i versi, immagini nuove, sorte nel corso del XX e XXI secolo nella fantasia di lettori capaci di dar forma concreta a tali proiezioni mentali. La loro immaginazione si è trasformata in immagini, ‘visioni’, cromatiche e poliedriche che, eredi di una lunghissima storia illustrativa, sono giunte fino a noi depositandosi sulle pagine di sorprendenti libri illustrati.