Introduzione a Poemi a fumetti. La poesia narrativa da Dante a Tasso nelle trasposizioni fumettistiche

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Una delle obiezioni che si muovono a ricerche del genere [...] è di aver posto in opera un apparato culturale esagerato per parlare di cose di minima importanza, come un fumetto di Superman [...]. Ora, la somma di questi messaggi minimi che accompagnano la nostra vita quotidiana, costituisce il più vistoso fenomeno culturale della civiltà in cui siamo chiamati ad operare. Nel momento in cui si accetta di fare di questi messaggi oggetto di critica, non vi sarà strumento inadeguato, e si dovrà saggiarli come oggetti degni della massima considerazione.

Umberto Eco

 

L’idea di approfondire la ricezione dei poemi narrativi nella nona arte è nata partendo dallo studio della ricca e precocissima fortuna illustrativa dei romanzi cavallereschi, dalle xilografie delle prime edizioni a stampa fino alle opere degli artisti contemporanei. All’interno di questa fiorente tradizione, il ‘pensiero disegnato’ del fumetto si è inserito naturalmente, nei primi decenni del Novecento, sia sviluppando l’eleganza grafica e la capacità di ‘emblematizzazione’ raggiunte dagli illustratori, sia cogliendo a pieno e reificando due caratteristiche intrinseche della poesia narrativa: da un lato l’enargeia e la predisposizione alla creazione di immagini vivide, alla rappresentazione immediatamente visibile e memorabile delle azioni dei singoli personaggi per mezzo delle risorse della versificazione; dall’altro la prossimità ai generi letterari più vicini alla performatività. Attraverso differenti modalità di trasposizione, o travestimento, e persino di libera riscrittura in versione parodica, le ‘traduzioni’ fumettistiche di queste opere in versi si sono cimentate in un confronto con il dettato poetico originario volto non soltanto a dare concretamente corpo all’implicita componente iconica delle storie, ma anche a trasferire nel linguaggio del comic i meccanismi stessi della narrazione poetica, mettendo in scena la pervasiva dialogicità che la caratterizza e spesso riproponendo sul piano grafico talune metafore e allegorie del testo di partenza.

Insieme ai principali poemi cavallereschi italiani del Quattro e del Cinquecento, si è voluto includere nel novero dei testi considerati in questa Galleria anche l’opera del più grande poeta di immagini e incontri dialogati, la Divina commedia. Entrambe le componenti ricordate sopra si riscontrano infatti, associate a un’elevata densità concettuale e stilistica, nella Commedia dantesca, che trovò non a caso immediata traduzione in immagini e che ha continuato in modo inesauribile a ispirare artisti di ogni tempo e luogo. Il poema di Dante è stato anzi inserito come ideale punto di avvio di questa esposizione virtuale, il cui percorso segue cinque vie trasversali che accomunano la Commedia, i romanzi cavallereschi di Pulci e Boiardo, spesso ingiustamente trascurati, e i due massimi poemi della prima età moderna, l’Orlando furioso e la Gerusalemme liberata.

Il variopinto e multiforme affresco composto dall’insieme di queste immagini restituisce anzitutto a colpo d’occhio la straordinaria forza evocativa dei poemi narrativi. In talune di queste riletture iconiche si depositano, in una sorta di stratigrafia di immagini, secoli di fortuna figurativa; al contempo, tutta una tradizione visiva lunga e consolidata, almeno per la Commedia e il Furioso, si ritrova qui profondamente riscritta e ‘riambientata’ all’interno di un nuovo codice nel quale linguaggio visivo e verbale sono inscindibili. Innovazione e citazione, originalità e imitazione spesso convivono in questi lavori di traduzione testuale e visiva: ciò che l’esposizione virtuale si propone di mostrare è perciò, in particolare, il modo in cui le polarità di questo «amphibious language of juxtaposition and fragments» (N. Sousanis, Unflattening, p. 67) possano offrire delle eccellenti chiavi di lettura per i poemi narrativi da Dante a Tasso, fornendo occasioni preziose per riflettere sui vari livelli della loro ricezione. Per tale ragione la Galleria ospita non soltanto gli esperimenti di transcodificazione più riusciti, ma anche oggetti ‘imperfetti’ ed esiti più ‘leggeri’, nei quali proprio la difficoltà di trasportare nel mondo del fumetto i capolavori della nostra letteratura spesso lascia emergere il corpo a corpo con le fonti testuali e la volontà di rendere tali opere più vicine ai lettori contemporanei. L’auspicio è che brillanti trasposizioni e rese meno felici restituiscano nel complesso l’immagine dell’innegabile fortuna che questi poemi hanno avuto anche nel mondo a strisce e nuvole.

La Galleria non poteva che essere aperta dai veri e propri ‘classici’ della traduzione a fumetti di opere letterarie: la prima sala dell’esposizione virtuale, Le grandi parodie, è dedicata perciò alla fortunatissima serie delle parodie disneyane. All’interno di questa nutrita collana che a partire dal Dopoguerra si confrontò con testi letterari assai noti e provenienti da contesti nazionali molto diversi, i poemi narrativi italiani hanno trovato eccezionali riletture in termini comici, frutto di un confronto disinibito con il testo di partenza che ha dato vita a sapienti travestimenti di personaggi ed episodi, a ironici giochi allusivi e persino a reinvenzioni linguistiche del dettato originario. Non a caso la serie delle parodie firmate dalla Disney italiana viene inaugurata da un vero capolavoro di riscrittura iconica e verbale, ossia l’Inferno di Topolino, capostipite di un genere di grande successo che ha portato nei decenni successivi sia alla realizzazione di episodi collaterali come Paolino Pocatesta e la bella Franceschina o come alcuni capitoli della Saga di Messer Papero e Ser Paperone, sia a nuovi travestimenti (l’Inferno di Paperino), sia a ulteriori declinazioni di quell’aureo modello traspositivo (Paperino il Paladino, parte del ‘ciclo paperingio’ liberamente ispirato all’Inamoramento de Orlando; Paperin furioso; Paperopoli liberata).

La decostruzione parodica spesso modifica profondamente le opere alle quali i fumetti si ispirano, e certamente semplifica i contenuti originari nel momento in cui li forza a calzare i costumi dei celebri paperi; negli esiti migliori, tuttavia, la radicale metamorfosi comica non approda solo a un intelligente intrattenimento, ma illumina alcuni dei significati più profondi dei classici della nostra letteratura, che trovano così vie inattese per essere comunicati e raggiungere nuovi lettori.

Se la messa in parodia è la cifra che caratterizza alcuni dei più noti fumetti ispirati alla Commedia e ai romanzi cavallereschi, l’innesto dei poemi narrativi nei terreni della comicità sembra guidare anche molte altre versioni fumettistiche delle opere di Dante, Ariosto e Tasso, come avviene ad esempio nel Furioso firmato da Pino Zac. Il sorriso, la battuta sarcastica, la gag brillante sono stati posti dunque al centro della seconda sezione della Galleria, Pictor ludens

Al travestimento satirico compiuto da un grande maestro come Jacovitti sono state affiancate qui le divertenti strisce di Marcello che ripropongono, canto per canto, l’opera dantesca e il poema tassiano; alla bonaria comicità del diavolo Geppo, di matrice disneyana, fa da contrappunto la sguaiata e ‘malefica’ risata di un Cattivik impegnato in un concitato itinerario oltremondano; all’uomo ‘senza qualità’ che ripercorre con leggerezza il viaggio dantesco nelle tavole di Michael Meier si è contrapposta la vena eroicomica e un po’ malinconica del Morgante di Mauro Cicarè. Ridendo o sorridendo insieme ai lettori, gli autori di queste strisce riescono a ricordarci una delle caratteristiche centrali di ogni vero classico, ossia la capacità di andare al di là delle contingenze storiche e di contenere in sé una straordinaria vocazione all’attualizzazione.

La terza tappa dell’esposizione, Inchieste seriali, misteri e universi paralleli, è dedicata a un capitolo quasi inatteso dell’incontro tra poesia narrativa e fumetti. Si tratta di quel nutrito insieme di storie seriali, legate soprattutto alla rinomata casa Bonelli, nelle quali personaggi memorabili, come Martin Mystère, Nathan Never o Dylan Dog, si ritrovano coinvolti in enquêtes che li conducono nei luoghi e sulle orme dei protagonisti dei poemi considerati nella Galleria. 

A prima vista tali esiti – di volta in volta misterioso-eruditi (Martin Mystère), giallo-horror (Lazarus LeddDylan Dog), fantasy o fantascientifici (DampyrNathan NeverLegs Waver), avventurosi (Cico) – potrebbero sembrare inconciliabili con le vicende dei poemi cavallereschi e ancor più con la Commedia; sorprende invece la macroscopica ricettività mostrata da simili format, molto ben rodati e amati dai lettori di comics, nell’accogliere al loro interno, anche se naturalmente con una buona dose di libertà, personaggi, situazioni e nuclei narrativi dei poemi cavallereschi e dell’opera di Dante, grazie a sceneggiature bene orchestrate e al ricorso a esplicite citazioni della tradizione illustrativa dei capolavori letterari.

Spesso profondamente travisati e alle volte quasi irriconoscibili, i frammenti dei testi originari hanno attecchito con particolare vivacità nel mondo del fumetto seriale, colorandosi di giallo e di mistero, e alimentando nuove e suggestive macchine narrative.

La quarta tappa dell’esposizione, Fra illustrazione e graphic novel, si confronta con un capitolo molto rilevante delle riletture fumettistiche più e meno recenti dei poemi narrativi, ovvero la stretta relazione che alcune raffinate trasposizioni visive intrattengono con l’illustrazione tout court e con i grandi illustratori del passato. È emerso in particolare un nutrito gruppo di fumetti che, ispirandosi in modo palese alle affascinanti incisioni di Gustave Doré, ha saputo rifunzionalizzare uno straordinario esempio della fortuna visiva delle opere dantesche e ariostesche adattandolo ai meccanismi propri del racconto a fumetti. 

Della Commedia di Doré si nutre a più riprese la sorprendente versione manga di Go Nagai, che in molti luoghi inserisce diretti prelievi dell’opera dell’illustratore francese trasformandoli con naturalezza in elementi narrativi; una simile capacità di rielaborazione e di alto bricolage, in parte già operante in alcuni albi delle serie rappresentate nella terza sezione della Galleria, è esercitata in modo sistematico in un esito estremo, benché non sempre sostenuto da felicità di risultati, quale il Dante’s Inferno di Joseph Lanzara, graphic novel costruito esclusivamente con tavole di Doré (o con loro particolari) rimontate con l’aggiunta di didascalie e balloon. Dell’illustrazione di fine Ottocento è debitore anche Rino Albertarelli, che nel suo ‘cineromanzo’ sulle imprese di Orlando ne contamina il segno con lo stile delle pellicole d’avventura, mentre alla grafica da manifesto pubblicitario, per di più con frequenti richiami all’iconografia da film noir, si rifanno le tavole della Divine Comedy di Seymour Chwast.

L’ultima sala della Galleria, Battaglie tra le nuvole, accoglie infine racconti grafici nei quali uno degli aspetti più intrinsecamente legati tanto alla visualità dei poemi cavallereschi quanto ad alcuni fortunati generi di comics e romanzi grafici, ovvero lo scontro armato, il conflitto manicheo, il duello fra campioni, sembra aver orientato in modo del tutto inatteso le scelte dei rispettivi autori.

Da un lato le grandi scene di duelli e battaglie, in cui Ariosto e Tasso avevano dato sfoggio delle loro grandi doti descrittive e in cui la parola poetica sfidava palesemente la forza evocativa delle immagini, hanno ispirato riscritture fumettistiche dei poemi cavallereschi nelle quali la rappresentazione diretta della guerra viene volutamente allontanata dalla tavola a fumetti, in favore di un anelito quasi metastorico verso la possibilità di salvezza dell’individuo di fronte alle crudeltà degli uomini, in Verrà Orlando di Sergio Toppi, e della condanna delle guerre religiose che sfocia in un richiamo alla pace, nel Furioso di Lorenzo Chiavini; dallaltro il recupero in chiave pop e transmediale della mitografia classica e del racconto delle crociate, nel Dante’s Inferno di Gage e Latorre, ha prodotto una inopinata versione ‘bellica’ della Divina commedia, instaurando un rapporto allusivo molto libero rispetto al poema dantesco.

Attraverso le 23 schede critiche ripartire in queste cinque sezioni e dedicate a versioni fumettistiche molto differenti per origine geografica ed epoca d’appartenenza, il panorama che si è cercato di ricomporre, pur senza pretese di esaustività, ambisce dunque a mostrare come alcuni momenti salienti della ricezione dei classici letterari passi anche attraverso la loro trasposizione in racconto grafico, e al contempo a osservare come, nei casi di riscrittura a fumetti più avvertita e rigorosa, l’opera derivata, proiettandosi a ritroso verso la sua scaturigine poetica, agisca come possibile commento critico e come dispositivo di analisi del testo originario.

 

Testi di

Marco Arnaudo, Nicola Catelli, Giovanni Vito Distefano, Pier Luigi Gaspa, Elisa Guadagnini, Martina Mengoni, Nicola Paladin, Renato Pallavicini, Giovanna Rizzarelli, Alessandro Scarsella, Franco Tomasi.

Si ringraziano per la gentile concessione delle immagini e per la generosa collaborazione Paolo Bacilieri, Lorenzo Chiavini, Mauro Cicarè, Seymour Chwast, Sandro Dossi, Silvia Jacovitti, Michael Meier, Smeralda Monesi, Marcello Toninelli e gli editori Bloomsbury Publishing, Futuropolis e Shockdom. 

In copertina: Paolo Bacilieri, Apollo 17, china su carta, 2014 (per gentile concessione dell’autore).

Gli autori rimangono comunque a disposizione di altri eventuali aventi diritto laddove non sia stato possibile rintracciarli.

The research leading to these results has received funding from the European Research Council under the European Community’s Seventh Framework Programme (FP7/2007-2013) / ERC Grant agreement n. 295620: ERC Advanced Grant 2011, «Looking at Words Through Images: Some Case Studies for a Visual History of Italian Literature».