Videopresentazione di La mela di Cézanne e l’accendino di Hitchcock di Antonio Costa

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Antonio Costa, dopo aver posto le basi dell’analisi del rapporto fra cinema e arti visive, prosegue l’indagine sulle interferenze dello sguardo (e segnatamente dello sguardo filmico) rintracciando con la consueta precisione metodologica «il senso delle cose nei film» – come recita il sottotitolo del prezioso volume La mela di Cézanne e l’accendino di Hitchcock (Torino, Einaudi 2015).

L’importanza del ragionamento critico di Costa risiede nell’adozione di un principio di convergenza tra cinema e visual culture, con mirate incursioni in ambito semiologico, che culminano nell’analisi dei dispositivi ottici (finestre, quadri, obiettivi) e nell’esplorazione delle dinamiche di museificazione dell’oggetto-film e dello spazio cinematografico.

La mappatura delle cose e dei dispositivi procede secondo un disegno puntuale ma mai rigido, capace di alternare questioni teoriche e slanci narrativi al punto che l’intero discorso può leggersi «come un romanzo» (questo per Costa è il complimento più importante).

Catania, 5 maggio 2015

Riprese audio-video e montaggio: Simona Sortino