Introduzione a Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano

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Dalla collaborazione tra la rivista Arabeschi e FASCinA – Forum annuale delle studiose di cinema e audiovisivi nasce un nuovo campo di esperienze e attraversamenti, capace di accogliere itinerari di studio trasversali e convergenti. Fin dal titolo, Smarginature, queste pagine riecheggiano Elena Ferrante, il suo lavoro sullo sgretolamento delle identità obbligatorie e sulla possibilità di inventarne di nuove. Pertanto la scelta di condividere questo spazio di pensiero deriva dall’urgenza di testimoniare un modo diverso di concepire l’esercizio della ricerca, dal desiderio di aderire a un progetto che invita costantemente a rompere margini e confini (tematici, disciplinari, metodologici) per incontrarsi e discutere della passione e del rigore che riversiamo sui nostri oggetti di studio. Le pagine di Smarginature intendono moltiplicare, sia pur virtualmente, le riflessioni e le occasioni di confronto nate a FAScinA, offrendosi come un luogo di continuo rilancio e disseminazione delle ricerche prodotte dalle studiose di cinema e audiovisivi.

Smarginature è una stanza della galleria di Arabeschi in cui parole e immagini raccontano percorsi e pratiche di artiste spesso rimaste in ombra, che emergono nella loro pregnanza grazie a uno sguardo che non si accontenta di riportarle alla luce ma ne indaga la postura e le relazioni verso il sé e verso il mondo.

Smarginature nasce sotto i buoni auspici delle Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano, tema intorno a cui ruota il Forum FASCinA 2017: i testi qui raccolti anticipano e affiancano in misura più agile ma attenta e pungente le riflessioni delle giornate sassaresi.

La pluralità di volti, destini e storie declinate dalle attrici della produzione audiovisiva nazionale, spesso profondamente diverse tra loro per formazione e stile, costituisce senza dubbio un campo di indagine non più differibile. Studiarne il lavoro è un’impresa solo apparentemente priva di complicazioni. Ricettacolo della memoria visiva e dell’immaginario, in determinati casi addirittura veicolo di internazionalizzazione dell’italianità, le attrici (dalle dive canonizzate alle “giovani promesse” di ogni epoca) appaiono come un oggetto facilmente decodificabile e storicizzabile. Proprio questa apparente facilità, tuttavia, espone la ricerca al rischio della semplificazione, della riduzione personalistica o addirittura del fraintendimento agiografico. L’obiettivo di queste ricerche è quello di proporre un punto di vista differente, capace di restituire l’eterogeneità di un paesaggio complesso, dove le singole soggettività siano colte nelle loro relazioni di collaborazione, influenza e rifrazione simbolica, e nel confronto con i diversi contesti storico-sociali, produttivi e di consumo.

I testi qui raccolti testimoniano il potenziale trasformativo della parola chiave ‘attrici’, che apre a molteplici percorsi di indagine e a un’ampiezza metodologica straordinaria. Da qui gli incroci dei film studies con la storia orale e i cultural studies, gli avvicinamenti al campo della performance teatrale, le incursioni nell’ambito delle letterature, della moda, delle arti visive tradizionali e dei nuovi media. L’affondo cronologico è altrettanto ampio e conduce a inusitati viaggi nel tempo, a partire dalle immagini del divismo nascente del primo Novecento fino alle nuove celebrità della rete. Guardare alle attrici ha generato una tensione interdisciplinare, già presente negli studi sulle donne, ancor più rafforzata e portatrice di prospettive inedite.

Le pagine che seguono restituiscono una peculiare carta del cielo in cui brillano stelle differenti, dalle più celebri alle meno indagate, còlte nelle loro relazioni e rifrazioni; ed è lavorare su questa indisciplinabile pluralità ciò che più ci sta a cuore.