Marco Belpoliti (a cura di), Calvino A-Z

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Esce in occasione del centenario della nascita il volume Calvino A-Z (Electa, 2023) curato da Marco Belpoliti, che si presenta come un’enciclopedia sullo scrittore «più enciclopedico» (p. 19) del secondo Novecento italiano.

Il testo tradisce felicemente le aspettative suscitate dal titolo e subito rivela, come spiega Belpoliti nell’introduzione (Istruzioni per l’uso), una struttura che mette da parte l’ordine alfabetico del tradizionale formato enciclopedico per adottare un modello ipertestuale simile a quello dell’Enciclopedia Einaudi diretta da Ruggiero Romano, che Calvino stesso aveva molto apprezzato. Le voci sono infatti agglomerate per insiemi tematici, tra i quali si stabiliscono continui rimandi e intersezioni in grado di tracciare un profilo autoriale onnicomprensivo, che esplora la biografia intellettuale e privata, l’intera produzione letteraria e saggistica, le lettere, le interviste, la poetica e la ricezione critica.

Per attraversare il libro, costituito da 155 voci, redatte da 55 autori tra specialisti come lo stesso Belpoliti, Mario Barenghi e Bruno Falcetto – limitandoci a menzionare, tra i tanti estensori delle voci, i due curatori dei Meridiani –, critici affermati e giovani studiosi, seguiremo il suggerimento dello stesso Belpoliti, ricavandoci un libero percorso di lettura. La costellazione tematica calviniana viene presentata in apertura mediante una sorta di mappa concettuale, con ‘nuvolette’ che indicano gli insiemi in cui le voci sono raggruppate, sovrapponendosi all’indice e come decostruendolo nella sua funzione.

Decidiamo, pertanto, di iniziare dalle tessere dedicate al ‘Guardare’, in cui si conferma la «vocazione fortemente visiva» (p. 344) della scrittura di Calvino, costantemente attraversata da una molteplice relazione con le arti visive, quali i tanto amati fumetti, il cinema, la fotografia e la pittura. La questione del guardare conduce poi a quella dello sguardo come modo conoscitivo, suggerendo di spostarci sulle tessere dedicate alla ‘Descrizione’ e alla ‘Contemplazione’, inserite all’interno del percorso tematico ‘Fantasia/Immaginazione’, che affronta due ben note funzioni primarie della poetica calviniana e nel quale ampio spazio è riservato alle questioni aperte dalle Lezioni americane.

Un’ulteriore diramazione del discorso ci immette nell’insieme delle voci intitolate alla ‘Superficie’, dedicate agli elementi figurativi che sottostanno alla poetica calviniana. Si tratta di equivalenti del processo conoscitivo e rappresentativo, dal labirinto alla rete, passando per le spirali, al mondo inteso come rete di rapporti e di iper-connessioni, cui corrispondono le strategie di una combinatoria potenzialmente illimitata. Non sfuggirà, in merito a tali modelli, come il volume A-Z tenda programmaticamente a ricalcarli, ad assimilarsi ad essi, proponendosi come un testo che già a partire dalla propria articolazione interna parla al lettore della poetica di Calvino.

L’insieme ‘Superficie’ è senz’altro uno dei più interessanti nel presentare i modelli calviniani e contemporaneamente ciò che ad essi sfugge, ovvero la tensione tra il modello sistemico di cui Calvino è sempre andato alla ricerca, che su una superficie stenda e dipani la realtà, e ciò che, per necessità, sfugge al sistema stesso, quella ‘smagliatura necessaria’, quella casella mancante del puzzle del reale, che tuttavia sta a garanzia del movimento delle cose e moltiplica inesauribilmente il gioco, serissimo nella sua valenza epistemologica, della letteratura.

Procedendo per associazioni alla ricerca della voce su Borges, la rintracciamo all’interno dell’insieme ‘Contemporanei’, che fa da pendant a quello contiguo riservato ai ‘Classici’, in cui compare l’amatissimo Ariosto. La sezione presenta un interessante scorcio sui tanti interlocutori di Calvino, ravvicinati o ‘a distanza’, tra i quali Celati, Cortázar, Del Giudice, Fenoglio, Primo Levi e alcuni tra i massimi esponenti della Neoavanguardia. Uno spazio è poi doverosamente riservato al lavoro svolto presso Einaudi e al rapporto con i maestri e amici Pavese e Vittorini, e, tra altri vari aspetti della vita dell’autore, ai numerosi viaggi. Nel complesso, infatti, emerge dal volume il quadro di una poetica che trova referenti precipui e momenti di fondazione nella realtà del vissuto, mettendo così in evidenza la relazione tra opera e biografia che spesso non si rende evidente alla lettura dei testi calviniani; quella dell’autobiografismo ha sempre costituito, del resto, una questione travagliata per l’autore, così come dimostrano le schede centrali, intitolate all’‘Autobiografia’.

Più randomica è la lettura che ci porta alle tessere che trattano dell’esperienza del ‘Teatro’, spesso trascurata in molti profili dell’autore, che mostrano ulteriori interrelazioni con contemporanei come Luciano Berio, Sergio Liberovici – che ritroviamo entrambi nelle schede destinate ai ‘Suoni’ – e, soprattutto, Toti Scialoja, con il quale Calvino compone la serie di fiabe teatrali oggi intitolata Il teatro dei ventagli.

Dalle fiabe è breve il passo che porta alle tessere dedicate all’interesse per l’‘Antropologia’, per poi da lì passare alla sezione ‘Natura’, che dalla preoccupazione ecologica muove verso altri nodi, apparentemente marginali ma invero problematici, della poetica di Calvino, come il corpo e la donna. Infine, la sezione ‘Scienza’ ci riporta circolarmente alla questione dei modelli conoscitivi e al legame fondamentale tra immaginazione e conoscenza. Ulteriori fughe, verso voci che di necessità non rientrano in questa panoramica, rimangono a disposizione di altri lettori.

Nell’impronta saggistica che connota le schede, alcune rispondono a un intento divulgativo, altre restituiscono i nuclei essenziali della poetica calviniana o approfondiscono questioni solo all’apparenza secondarie; tutte si proiettano verso altre schede che completano e ampliano il discorso, ma soprattutto offrono al lettore – e questo è uno degli aspetti più interessanti – la possibilità di stabilire ulteriori connessioni che infittiscono la rete rizomatica già predisposta dal testo, per proiettare la lettura, calvinianamente, sull’infinità dei possibili, e consentono di soffermarsi di volta in volta su coloriture, toni e stili differenti, quelli offerti dai numerosi contributori, che rendono la lettura del volume varia e mutevole ad ogni pagina. Così, il lettore appassionato, lo studioso o il semplice curioso, possono ritrovarsi tutti, in un certo senso, allo stesso livello di partenza, giacché al lettore esperto tanto quanto a chi poco conosce Calvino è offerta la stessa esperienza di lettura quale possibilità di aperta navigazione all’interno dell’universo calviniano.