Mauro Covacich. Profilo

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Mauro Covacich (1965), tra gli scrittori che più hanno meritato l’attenzione critica negli ultimi quindici anni, è nato a Trieste, dove ha studiato filosofia laureandosi nel 1990 con una tesi su Gilles Deleuze.

Il suo esordio letterario risale al 1993, con il saggio narrativo Storie di pazzi e di normali (pubblicato presso l’editore Theoria e poi riedito da Laterza nel 2007): si tratta di una forma ibrida tra diario e racconto, frutto dei sei mesi trascorsi dallo scrittore presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone. A questa prima opera seguono i romanzi Colpo di lama (Neri Pozza, 1995) e Mal d’autobus (Tropea, 1997), i racconti contenuti in Anomalie (Mondadori, 1998 e 2001) e il reportage del 1999 La poetica dell’Unabomber (Theoria, 1999). In seguito alla pubblicazione di questi scritti nel 1999 Covacich è stato insignito dall’Università di Vienna dell’Abraham Woursell Prize; e da quel momento ha abbandonato il lavoro d’insegnante liceale di filosofia per dedicarsi a tempo pieno alla narrativa. Primo esito di questa dedizione esclusiva è il romanzo L’amore contro (Mondadori, 2001, poi Einaudi, 2009).

Insieme alla scrittura romanzesca Covacich ha continuato a coltivare anche il suo interesse per forme saggistiche e giornalistiche. Non si dimentichi, infatti, che dal 1998 collabora con il «Corriere della Sera», che è autore di numerosi reportage per «Panorama» e «Diario della settimana», e che ha firmato anche il radiodramma Safari. Al versante saggistico della sua produzione appartengono anche Trieste sottosopra. Quindici passeggiate nella città del vento (Laterza, 2006) e L’arte contemporanea spiegata a tuo marito (Laterza, 2011), che raccoglie dei post apparsi in precedenza su Vanity Fair. Quest’ultimo volumetto testimonia la costante attenzione e l’interesse persistente di Covacich per l’arte contemporanea, elemento chiave di quello che può essere considerato il risultato più ambizioso della sua carriera.

A partire dal 2003, infatti, Covacich si è dedicato a un progetto articolato, concepito in principio come una trilogia di romanzi composta da A perdifiato (Mondadori, 2003 e Einaudi, 2005), Fiona (Einaudi, 2005) e Prima di sparire (Einaudi, 2008). Progressivamente tale progetto si è trasformato in una «pentalogia», grazie all’aggiunta della videoinstallazione L’umiliazione delle stelle (Fondazione Buziol-Einaudi-Magazzino d’Arte Moderna Roma, 2010) e del romanzo A nome tuo (Einaudi, 2011). Definita dallo stesso autore un video-romanzo, L’umiliazione delle stelle registra mediante una camera fissa lo scrittore che corre la distanza della maratona (42,195 km) in 3 ore e 20 minuti su un tapis roulant. L’ultimo frammento del cosiddetto «ciclo delle stelle» è un’opera ‘doppia’, che nella seconda parte ripropone quanto già pubblicato da Covacich sotto l’eteronimo di Angela Del Fabbro con il titolo Vi perdono (Einaudi, 2009). Si tratta di una ‘costellazione’ di opere, letterarie e performative, al centro delle quali il tema della verità e della sua narrazione si confronta con questioni chiave come il controllo di sé e della propria fisicità, e conduce fino alla riflessione sul gesto estremo della ‘dolce morte’.

Da poche settimane è uscito il nuovo romanzo dell’autore, L’esperimento (Einaudi, 2013), che torna a misurarsi con una delle ossessioni più vive della sua scrittura, il confine tra vita e letteratura esplorato adesso alla luce delle interconnessioni fra corpo e mente.