Stefano Bessoni. Profilo

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Stefano Bessoni (1965), regista cinematografico, illustratore e animatore stop motion, è nato a Roma dove si diploma presso l’Accademia di Belle Arti. Sotto la guida dell’incisore Mario Scarpati inizia la propria formazione in campo artistico, apprende le tecniche calcografiche ed entra in contatto con la grafica dei paesi dell’Est. Autori come Roland Topor, Fèlicien Rops insieme con artisti quali Dave McKean e Mark Ryden e gli esponenti del Pop Surrealism diventano la radice del suo immaginario visivo.

Frequenta per alcuni anni il corso di laurea in Scienze Biologiche, interessandosi di zoologia e anatomia, da qui l’interesse per il mondo della scienza che, insieme al coté fiabesco, costituisce il nucleo centrale per sviluppare la sua ricerca poetica.

Dal 1989 realizza film sperimentali, documentari e installazioni video-teatrali, destando l’attenzione della critica e ricevendo i primi riconoscimenti in festival nazionali e internazionali. Per lui il cinema è il mezzo ideale per accrescere le potenzialità delle idee catturate dalla matita e impresse sul foglio di carta.

Il suo esordio come film-maker lo vede confrontarsi con il teatro della crudeltà di Artaud (Grimm e il teatro della crudeltà) e con il racconto di Jorge Luis Borges La casa di Asterione (Asterione). Approda poi al cinema cosiddetto ‘commerciale’ con Frammenti di scienze inesatte che in un certo senso anticipa i progetti futuri (Immago mortis, Krokodyle e, nel 2013, i Canti della forca).

I suoi punti di riferimento sono creatori d’immagini e sperimentatori visivi quali Peter Greenaway, Wim Wenders e Tim Burton. Ma non possiamo dimenticare di citare anche Jan Svankmajer e i pionieri dell’animazione stop motion come i fratelli Quay.

Dal 1990 al 1998 lavora per alcune società di produzione televisiva come operatore, direttore della fotografia e montatore. Subito dopo arriva la collaborazione con il regista Pupi Avati (dal 1998 al 2001), come artist designer (La via degli angeli), digital effect artist e storyboard artist (I cavalieri che fecero l’impresa).

Dal 2000 al 2007 insegna regia cinematografica presso la NUCT a Cinecittà e per l’Accademia Griffith di Roma tiene dal 2010 al 2013 un corso dedicato al cinema visionario e fantastico; attualmente insegna nel master annuale dedicato all’illustrazione e all’animazione stop motion.

Nel 2015, in occasione del centocinquantenario della prima edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie, il Museo Luzzati di Porta Siberia a Genova gli ha dedicato un’importante mostra, che ha accolto tutte le illustrazioni originali di Alice Sotto Terra e i bozzetti realizzati dal 1989 a oggi in dialogo con la rilettura del classico carrolliano realizzata da Emanuele Luzzati negli anni novanta.

Come autore e illustratore ha pubblicato con Logos: Homunculus e Wunderkammer (2011), Alice Sotto Terra (2012), I canti della Forca (2013), da cui è nato anche l’omonimo cortometraggio, Pinocchio (2014), Stop-motion. La fabbrica delle meraviglie (2014), Alice Sotto Terra, nuova edizione ampliata (2015), Mr Punch (2015). In questo periodo sta lavorando a una sua personale versione del capolavoro di L. Frank Baum, Il Mago di OZ, in cui tornerà a misurarsi con una dimensione irreale, macabra e perturbante.