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Crediamo che il desiderio

possa prendere molteplici forme

e vogliamo essere finalmente libere di rappresentarle.

Le Ragazze del Porno

 

 

In svariate esperienze contemporanee si osserva come la prassi di registe, ma soprattutto di collettivi femminili, abbia ridato nuovo slancio e linfa vitale ai film narrativi pornografici che, nell’era del net porn e dei porn tube, hanno forse perso la centralità (soprattutto simbolica) che avevano in passato. Il porno al femminile in questo senso non solo lavora in modo importante sull’estetica del genere, ma svolge una funzione decisiva a favore del piacere dello sguardo femminile rendendolo libero e legittimandolo, oltre a instaurare relazioni importanti tra donne nella scoperta e nel confronto dei propri desideri ed esperienze attraverso il lavoro della messa in scena. Un lavoro e una messa in scena in cui nessuna delle parti viene esclusa a favore di una sola – come il porno ‘maschile’ ha spesso fatto – ma rileva la differenza e l’affermazione di entrambi proprio nell’incontro e nell’unione dei corpi e dei desideri.

Anche in Italia è nata e si sta affermando questa tendenza grazie all’operazione del collettivo Le Ragazze del Porno che, attraverso una strategia di finanziamento crowdfunding, ha prodotto una serie di opere, che stanno cominciando a circolare nell’ambito di importanti festival di cinema [fig. 1].

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‘Essere (almeno) due’, e quindi anche sette, dieci o dodici… Sono questi i numeri del collettivo Le Ragazze del Porno, un gruppo di registe italiane unite nell’obiettivo di produrre in Italia dei film porno-erotici al femminile. L’idea nasce prendendo spunto da un articolo del 2011, a firma della giornalista Tiziana Lo Porto, dedicato alla raccolta dei corti pornografici femministi Dirty Diaries, diretti dalla regista svedese Mia Engberg, prodotti in Svezia nel 2009 e finanziati dal governo. A supporto di questo progetto cinematografico anche un manifesto di dieci punti a favore della libertà sessuale delle donne, che Le Ragazze del Porno italiane fanno proprio. «Difendi il diritto di essere eccitata alla tua maniera», senza adattarti ai bisogni degli uomini, è il punto due, mentre il punto sette incita a combattere «il vero nemico!», ovvero la censura, perché, fino a quando le immagini sessuali resteranno dei tabù, anche la rappresentazione delle donne non cambierà.

È proprio intorno alla riflessione sulla rappresentazione delle donne che il progetto Le Ragazze del Porno diventa realtà, grazie all’interesse e alla curiosità che l’articolo di Tiziana Lo Porto suscita nella regista Monica Stambrini, che ricorda:

Così Monica Stambrini e Tiziana Lo Porto iniziano a contattare altre autrici e registe per coinvolgerle nel progetto. Sono loro quindi le ‘almeno due’ che, in coppia e ispirate da una terza donna, la regista svedese Mia Engberg, hanno avuto il coraggio di unirsi e dare vita al collettivo Le Ragazze del Porno, che oggi è diventato un vero e proprio movimento. Mara Chiaretti, Anna Negri, Regina Orioli, Titta Cosetta Raccagni, Lidia Ravviso, Emanuela Rossi, Slavina, Roberta Torre, Erika Z. Galli e Martina Ruggeri sono le registe che vi hanno aderito, tutte tra i 25 e i 75 anni con esperienza nel cinema indipendente e mainstream, nel teatro, nella televisione e nella video arte [fig. 1].

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