‘Cucire’ insieme saggi di critica letteraria, cinematografica, teatrale, sociale imperniati attorno a un campo tematico condiviso può essere relativamente semplice. Ben altra complessità presenta l’operazione quando è caratterizzata da un processo che, mutuando il termine dalla geologia, si potrebbe definire diagenetico, ovvero che prevede continui, a volte anche impercettibili, mutamenti della sedimentazione teorica e tematica su cui essa si basa. Le questioni inerenti la sessualità, intesa come insieme di «relazioni tra società, corpo e sesso» (p. 8), non sono infatti teoricamente fissabili in quanto costituiscono un oggetto ermeneutico strettamente connesso alla pratica sociale e dunque sfuggente a ogni definizione, secondo la lezione di Foucault e della sua fondamentale storia della sessualità a cui, non a caso, variamente ricorrono gli autori dei saggi che compongono il volume Sex(t)ualities.
Questa inafferrabilità del tema, presente già dal saggio di apertura di Carla Locatelli che definisce la sessualità come «un sistema semiotico di senso» (p. 26), è il fil rouge della costellazione di letture critiche di testi intermediali presenti nei contributi del volume, il quale rientra a buon titolo all’interno della collana di Mimesis Media/Eros. Sessualità, tecnologie, rappresentazioni. La miscellanea ha il merito di declinare il discorso sulla sessualità analizzando i dispositivi narrativi differenti sottesi a testi letterari (Giulio Iacoli), cinematografici (Giovanna Maina, Enrico Biasin, Mirko Lino, Luca Zenobi, Federica Timeto), teatrali (Zenobi), televisivi (Timeto), diversi ma accomunati da un processo di testualizzazione del sesso che lo permea e inevitabilmente modifica l’immaginario della corporeità, assecondandone il carattere intrinseco di fluidità. Attraversa inoltre i saggi la volontà di contribuire alla costruzione di un discorso sul corpo in grado di mettere a fuoco non soltanto l’interazione col sistema di potere e di produzione economica ma, a partire da questa, le possibilità di ampliamento culturale e di superamento della teoria del genere e di una visione patriarcale, binaria e omofoba del sesso.