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  • [Smarginature] Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano →

Oceano Atlantico, settembre 1913

La luce di queste giornate rivela l’approssimarsi dell’autunno. Siamo in viaggio ormai da molti mesi e sento il bisogno di ritornare in Europa, più precisamente ho voglia di Italia, di Torino, di rivedere la mia famiglia, i viali alberati, il Po. Con André siamo stati in tournée in Sud America, e se considero anche la trasferta in Spagna dell’anno scorso mi pare una vita che manco da casa. Tanto lavoro, ritmi frenetici, successo e molti riscontri, ma quanta fatica! André è instancabile, e poi è un genio; io resto sempre affascinata dalla sua fantasia, dall’intuito con cui inventa il suo personaggio: Cretinetti, Gribouille, Boireau, Toribio, Foolshead, Lehman, tanti nomignoli buffi per un solo uomo. Lui è un comico, un saltimbanco, un artista del burlesque, un trasformista. Mi diverte molto ma mi fa anche molta tenerezza. Quando recito con lui mi sento completamente libera, mi sfogo, mi piace fare la parte di quella che lo prende in giro ma pure di quella che lo accudisce, se ne prende cura e, perché no, se ne innamora. Ho un mio personaggio, Gribouillette, una mia carriera, ho recitato in Italia in alcuni film drammatici e spero di farne ancora. Certo qui sul transatlantico è André il protagonista. Alcuni lo hanno riconosciuto e poi si è sparsa la voce che a bordo c’era un divo del cinema. A me si rivolgono come alla ‘sua spalla’, o al massimo come alla ‘sua partner’. Pochi conoscono il mio nome, ma ci sono abituata, negli articoli della stampa specializzata mi citano quasi sempre in relazione a lui: «Mademoiselle Frascaroli degnissima spalla del suo illustre partner; affascinante artista»; «la sua principale attrice»; «abituale vedette dei film di Deed»… mi hanno persino definita «fatina spiritosa» o «dolce fatina»! O anche «artista delicata e graziosa». In un articolo che mi ha un poco irritata invece mi definiscono «la più devota e la più ordinata della donnine». Ma cosa hanno in testa i critici cinematografici? Non c’è da stupirsi se poi il pubblico si strappa i capelli solo per quelle attrici che fanno le smorfiose, tutte curve e singhiozzi, sempre a contorcersi davanti all’obiettivo. Non faccio nomi, non sono cattive persone, anche quelle più terribili nel recitare, fanno solo quello che il mercato cinematografico vuole. A me non interessa, non è nel mio stile. E poi André è un imprenditore nato, non gli sfugge nulla, e sa esattamente come avere successo, anche con testardaggine. È un creativo.

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