Io e Luzzati

di

     

In occasione della mostra Alice voluta dal Museo Luzzati di Porta Siberia, un secolo e mezzo esatto dalla prima uscita della fiaba di Lewis Carroll Alice’s Adventures in Wonderland, abbiamo incontrato Stefano Bessoni e gli abbiamo chiesto di regalarci un pensiero su Emanuele Luzzati. La mostra, visitabile fino al 15 maggio 2016, comprende circa 120 opere dei due illustratori: «due filoni opposti, due diverse voci che ben rispecchiano le avventure di Alice – spiegano i curatori – una più serena, una più ‘oscura’. Due modi per ritrovare un simbolo di un’infanzia che esplora, libera e irriverente, un mondo parallelo riletta e ridisegnata infinite volte e oggi raccontata in modo nuovo».

*Sono passati tanti anni da quando, per scelte di vita, abitai per qualche mese a Genova. In quel periodo ero proiettato completamente sul cinema e sognavo da bravo incosciente una folgorante carriera sullo schermo. Certo, scarabocchiavo e anche parecchio, ma non immaginavo che un giorno sarei diventato un illustratore. Durante quei mesi guardavo con ammirazione e un pizzico di sana invidia il lavoro di un genovese geniale e poliedrico: Emanuele Luzzati.

In lui mi colpirono tanti aspetti del suo creare, dal lavorare velocemente, con una felicissima e riconoscibile sintesi espressiva, allo spaziare in diversi campi d’espressione, dall’illustrazione all’animazione, dal teatro alla grafica. Mi folgorò il suo uso del colore, i suoi pastelli, le matite, il collage, il suo creare come un bambino che sa di essere adulto e che se ne infischia allegramente.

Lele, mi piace chiamarlo affettuosamente così, aveva già fatto breccia nel mio immaginario, fin da bambino. Non potevo e non posso tuttora fare a meno di canticchiare la canzoncina di Brancaleone senza vedere stagliate davanti ai miei occhi le sue sagome animate, ancora più geniali ed efficaci di un film che di per sé era e rimane un gioiello di rara ironia e poesia. E poi La gazza ladra, Pinocchio, Pulcinella... Inutile dire che l’opera di Emanuele Luzzati divenne uno dei mattoncini fondamentali della mia ricerca poetica e stilistica.

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