Lungi dal proporre un ventaglio di tesi riduzionistiche, ripercorrono ogni aspetto del linguaggio filmico (con specifici rimandi ai movimenti della macchina da presa) attraverso il principio dell’experimental aesthetics, che consente di esplorare «la percezione multimodale del mondo attraverso il corpo».
Il regime della visualità cinematografica trova, grazie alle ricerche incrociate di Gallese e Guerra, nuove declinazioni ma soprattutto una sintesi teorica di grande impatto che si spinge fino al confronto con i dispositivi digitali: l’ultimo capitolo è in realtà la premessa di esperimenti che verranno…
Il volume ha vinto il Premio Limina 2016 come Miglior libro italiano di studi sul cinema.
Parma, 4 novembre 2015
Riprese audio-video: Maria Rizzarelli; montaggio: Salvo Arcidiacono, Simona Sortino